Dalle turbine al chianti, i dazi di Trump fanno tremare 65 miliardi di export italiano

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la Repubblica INTERNO

Gli Stati Uniti sono il secondo mercato di sbocco del made in Italy, e quello che è cresciuto di più rispetto al pre pandemia. Le nostre esportazioni sono aumentate da 40 miliardi di euro nel 2017 ai 65 miliardi del 2024, con un surplus di quasi 39 miliardi, secondo in Europa solo a quello della Germania. E’ su questo flusso di 4 mila prodotti che incombe la minaccia, ancora indefinita, dei dazi di Trump. (la Repubblica)

Ne parlano anche altre fonti

In attesa di capire se una trattativa tra le due sponde dell'Atlantico servirà a scongiurare i nuovi dazi minacciati da Donald Trump sui cosiddetti spirits europei, i produttori di vino italiani si stanno attrezzando per affrontare lo scenario peggiore. (il Giornale)

Forti le parole del giornalista Giulietto Chiesa scomparso nel 2020, il quale nel maggio del 2014 denunciava il ritorno del nazismo in Europa dopo la morte di 46 russi ortodossi ad Odessa. Queste le sue parole: (Il Giornale d'Italia)

Torino e il Piemonte temono i dazi di Trump. Ma soprattutto vedono come fumo negli occhi la confusione e l’incertezza che regna in questi giorni scanditi da annunci, spesso contraddittori: fughe in avanti e brusche ritirate. (La Repubblica)

E a rendere la situazione ancora più problematica sono le disdette e le sospensioni che, in questa fase di incertezza, arrivano dagli importatori Usa. In attesa di capire cosa accadrà davvero il 2 aprile, ossia quando è stata annunciata l’introduzione dell’imposta, il vino pugliese è bloccato nei magazzini, con conseguenti impatti sulle esportazioni. (quotidianodipuglia.it)

È quella la data in cui gli Usa, guidati dal presidente Trump, potrebbero scatenare una guerra commerciale mondiale che, è stato stimato, potrebbe provocare un danno potenziale al 12% del commercio mondiale. (Corriere della Sera)

I dazi trumpiani sono già una scure pesante per le aziende del vino. Con effetti immediati, oltre che devastanti: “A molti i dazi di Trump possono apparire come un potenziale rischio futuro, dato che sono stati posticipati a metà aprile. (LA NAZIONE)