Bonus nascite, cuneo fiscale e pensioni: cosa ci sarà nella legge di bilancio 2025

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Fanpage.it INTERNO

Per Giorgia Meloni, la manovra varata in Cdm è "seria, di buon senso" e "si concentra su redditi, salari, lavoro, sostegno alle imprese, salute dei cittadini e famiglia". Dal taglio del cuneo fiscale e l'Irpef a tre aliquote strutturali alla Carta per i nuovi nati, fino alle novità sui contributi delle banche, vediamo che cosa prevede. (Fanpage.it)

Su altri media

Il Mef assicura: “Seri e responsabili sui conti, il contesto internazionale resta difficile”. Il costo delle misure salirà fino a 40 miliardi nel 2027 (la Repubblica)

Il taglio delle tasse per i redditi medio-bassi, gli incentivi nelle aree svantaggiate, gli sconti per le famiglie numerose, il bonus bebè e il bonus indigenti, accanto al contributo da 3,5 miliardi di euro da banche e assicurazioni, il tetto agli stipendi dei manager delle partecipate, la stretta su Bitcoin e web tax. (Adnkronos)

È quel che si legge nel Dpb inviato a Bruxelles, nella tabella riassuntiva di entrate e spese che prevede il “concorso degli enti territoriali al raggiungimento degli obiettivi di finanza pubblica”. Alla manovra 2025 concorrono “misure di revisione, razionalizzazione e rimodulazione delle spese dei Ministeri e degli enti territoriali“. (Il Fatto Quotidiano)

Analisi. La manovra da 30 miliardi: ecco tutte le "acrobazie" in bilancio

Introduzione (Sky Tg24 )

La Legge di Bilancio allunga di un mese, dunque porta a tre mesi il periodo in cui i genitori lavoratori dipendenti potranno ottenere l’indennità pari all’80% della retribuzione. Il nuovo strumento sostituisce il cosiddetto bonus bebè, poi assorbito dall’Assegno unico universale. (Il Sole 24 ORE)

La manovra c’è, per grandi linee. Dalle prime anticipazioni di un testo destinato a evolvere, questo intervento salito a 30 miliardi appare come una legge acrobatica, per così dire, che cerca e si sforza di mandare qualche segnale nuovo (e positivo), pur nella mancanza di una chiarezza di fondo, ancora una volta, su quel che servirebbe davvero a un Paese abituato dalla politica a vivere al di sopra delle proprie possibilità: quelle di chi è oberato da un debito pubblico ormai a un passo dai 3mila miliardi e che si dibatte in una crescita sempre asfittica, malgrado l’aiuto della maxi-iniezione da 195 miliardi di fondi europei del Pnrr. (Avvenire)