Omeonga choc: "Picchiato dagli agenti"
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Ha denunciato su un video postato su Instagram di essere stato picchiato dalla polizia italiana. Il calciatore belga Stephane Omeonga, con un passato in Italia nell'Avellino, nel Genoa e nel Pescara, attualmente tesserato per il Bnei Sakhnin nella Serie A israeliana, è il protagonista di una vicenda che gli è costata una denuncia per resistenza a pubblico ufficiale e lesioni, accuse alle quali potrebbe aggiungersi quella per diffamazione. (il Giornale)
Ne parlano anche altre testate
La notorietà Stephane Omeonga l’avrebbe preferita in campo e non per un episodio di cronaca nera e razzismo accadutogli il giorno di Natale e rivelato solo in queste prime ore del 2025. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
C’è la versione pubblica, che il calciatore, tesserato della squadra di Serie A israeliana Bnei Sakhnin, il 31 dicembre affida ai social: «Sono s… (Repubblica Roma)
“Questo arresto è solo la punta visibile dell’iceberg. Molte persone che mi somigliano non possono trovare lavoro, non hanno accesso alla casa o non possono partecipare agli sport che amano, semplicemente perché sono nere. (Africa Express)
Un video ne ritrae l'arresto da parte della Polaria con l'accusa di essere sulla black-list di Tel Aviv, ma la testimonianza dello stesso centrocampista e alcuni particolari portano ad una realtà diversa: "Tutto falso, è un episodio di discriminazione razziale" (Fanpage.it)
Confidando nella validità dei miei documenti, gli ho chiesto con calma che tipo di problema fosse. È stata chiamata la polizia e sono stato ammanettato e portato via con la forza dall'aereo". (Primocanale)
Stephane Omeonga, 28 anni, lo ripete più volte al poliziotto salito con un collega a bordo del volo El Al Bruxelles-Tel Aviv, durante lo scalo romano all’aeroporto di Fiumicino: mentre il giocatore, seduto al suo posto, cerca di giustificarsi davanti agli sguardi preoccupati degli altri passeggeri, l’agente estrae un paio di manette e a forza — anche afferrandolo per il collo — costringe Omeonga ad alzarsi dal sedile per trascinarlo fuori dalla cabina nel silenzio generale. (Corriere Roma)