Reggio Calabria, «Mia figlia violentata dal gruppo. Lei fuggita dal paese, io insultata»

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Corriere della Sera INTERNO

Sua figlia per due anni, da quando ne aveva 14, è stata abusata e minacciata di morte da un gruppo di giovani — alcuni minorenni — vicini ai clan della Piana di Gioia Tauro. Lei, Clelia — il nome è di fantasia —, insieme a una sua coetanea. Martedì è arrivata la sentenza: sei violentatori delle due ragazze sono stati condannati con il rito abbreviato a pene che vanno dai cinque ai 13 anni. Signora, che cosa è successo dopo la denuncia di Clelia a un poliziotto e le condanne?«Mia figlia è stata costretta a lasciare il paese, noi siamo obbligati a vivere sotto minaccia e a subire continui danneggiamenti. (Corriere della Sera)

La notizia riportata su altre testate

Il processo riguardava lo stupro di gruppo nei confronti di due ragazzine minorenni di Seminara e di Oppido Mamertina. Le violenze erano iniziate nel gennaio del 2022 per poi cessare a novembre del 2023 ed era scattata con l’operazione denominata “Masnada” e che aveva portato a numerosi arresti. (Approdo Calabria)

COSENZA – “Lo hanno chiamato ‘Masnada’ ovvero Branco, quello composto da 16 giovani tra cui 2 minorenni che per più di un anno sono stati autori di violenze e abusi sessuali e morali nei confronti di due ragazze, due giovani adolescenti, catturate con il ricatto di una relazione affettiva. (Quotidiano online)

Ci sentiamo in pericolo, nessuno ci aiuta». «Mia figlia è stata costretta a lasciare il paese, noi siamo obbligati a vivere sotto minaccia. (leggo.it)

Sei condanne e sette assoluzioni. È questo l’esito della sentenza emessa dal Gup del Tribunale di Palmi, Francesca Mirabelli, a conclusione del processo con rito abbreviato sulla vicenda della violenza sessuale di gruppo perpetrata per due anni ai danni di due minorenni, una a Seminara e l’altra a Oppido Mamertina. (CityNow)

Le aggressioni alle due minori, avvenute tra il gennaio 2022 e il novembre 2023 nella Piana di Gioia Tauro, erano state riprese con i cellulari e le immagini utilizzate come strumento di ricatto e diffusione nelle chat. (Il Fatto Quotidiano)

I condannati per la violenze di gruppo sono quasi tutti esponenti della criminalità organizzata. Le due minorenni violentate per anni. I violentatori filmavano gli stupri e li condividevano via chat Minuto per la lettura (Quotidiano del Sud)