Cop29, l’Africa di nuovo messa con le spalle al muro
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Frustrazione e avvilimento. Si può riassumere così la reazione dei negoziatori africani all’accordo firmato alla Conferenza delle Nazioni Unite per il clima Cop29 la notte scorsa a Baku, in Azerbaigian. Ali Mohamed, inviato del presidente del Kenya William Ruto e portavoce del gruppo africano alla Conferenza, con laconico un post su X spiega che l’Africa esce a mani vuote, relativamente agli obiettivi per la mitigazione, l’adattamento e la gestione delle perdite e dei danni inflitti dalla crisi climatica, mentre i finanziamenti promessi per il 2035 ai Paesi africani sono «troppo pochi, troppo tardivi e troppo ambigui». (il manifesto)
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L'uscita degli Stati Uniti dall'Accordo di Parigi potrebbe più che dimezzare gli aiuti per il clima ai paesi in via di sviluppo decisi dalla Cop29 di Baku: senza gli Usa, mancherebbero 184 dei 300 miliardi di dollari all'anno dal 2035 fissati come obiettivo globale di finanza climatica. (Tiscali Notizie)
Dopo due settimane di negoziati, alla Cop29 di Baku passa l'accordo sull'aumento degli aiuti climatici ai paesi in via di sviluppo. Dai 100 miliardi di dollari all'anno attuali, previsti dall'Accordo di Parigi, si arriverà gradualmente a 300 miliardi all'anno nel 2035. (FashionNetwork.com IT)
Uno dei pilastri dell’accordo è il rinnovato impegno globale a raggiungere emissioni nette pari a zero entro il 2050. Obiettivo di emissioni Net-Zero entro il 2050 (METEO.IT)
Cop 29 “oltre” Baku ha molta strada da fare per obiettivi più ambiziosi e inclusivi: speranze deluse dopo trattative dure tra “paesi ricchi” e “paesi poveri” su soglie finanziarie degli aiuti e “mercati del carbonio”. (GLI STATI GENERALI)
La COP29, la Conferenza delle Parti sui Cambiamenti climatici terminata nelle prime ore di domenica 24 novembre 2024 a Baku, in Azerbaigian, si è chiusa con un accordo economico ritenuto insoddisfacente dai Paesi in via di Sviluppo, ma almeno non con un nulla di fatto. (Focus)
Alla fine, «è stato un viaggio difficile, ma abbiamo raggiunto un accordo», ha concluso Simon Stiell, segretario esecutivo dell’Unfccc, l’organo che gestisce la Convenzione Onu sui cambiamenti climatici. (Corriere della Sera)