Meloni: «Netanyahu non è come Hamas». E Salvini sfida i magistrati: Bibi benvenuto da noi

Meloni: «Netanyahu non è come Hamas». E Salvini sfida i magistrati: Bibi benvenuto da noi
Articolo Precedente

precedente
Articolo Successivo

successivo
ilmessaggero.it ESTERI

«Approfondirò in questi giorni le motivazioni». Ventiquattro ore dopo il mandato d’arresto internazionale spiccato dalla Corte penale internazionale nei confronti del premier israeliano, Benjamin Netanyahu, e dell'ex ministro della Difesa, Yoav Gallant, per crimini di guerra e contro l'umanità, Giorgia Meloni prova a risanare il cortocircuito comunicativo che ha quasi mandato in tilt l’esecutivo. Dopo l’ammissione di Guido Crosetto («Se venisse in Italia dovremmo arrestarlo») e la fuga in avanti di Matteo Salvini («I criminali di guerra sono altri»), a dettare la linea è infine Meloni. (ilmessaggero.it)

La notizia riportata su altre testate

Ci dice che esiste ancora un diritto internazionale; che c’è un giudice all’Aja; che all’esercizio sregolato della forza ci sono ancora limiti giuridici. (il manifesto)

A sparigliare è il solito Viktor Orbán, al momento presidente di turno del Consiglio Ue. Il più spavaldo, ma non il solo potenzialmente inadempiente: i governi di maggior peso, da Parigi a Berlino passando per Roma, restano sul vago. (il manifesto)

Nel giorno in cui l’esecutivo si divide sul mandato di arresto per Benjamin Netanyahu, l’opposizione prova a incunearsi nella fessura. E a mettere alle strette la premier, che per ora fa sapere di essere in fase di «approfondimento». (la Repubblica)

Mandato di cattura, bufera su Netanyahu: "Corte antisemita". Gli Usa lo lo sostengono, ma per l'Ue "va arrestato"

"Un punto resta fermo per questo governo: non ci può essere una equivalenza tra le responsabilità dello Stato di Israele e l'organizzazione terroristica Hamas". (Secolo d'Italia)

Cosa succederebbe se Benjamin Netanyahu atterrasse stamattina all’aeroporto di Fiumicino? A leggere le posizioni dei ministri italiani lo stesso premier israeliano potrebbe avere dei dubbi: qualcuno crede che andrebbe arrestato immediatamente, altri sono pronti ad abbracciarlo sulla pista e altri ancora preferiscono non esporsi, rimandando ogni decisione a un approfondimento e a un accordo con gl… (La Stampa)

Il dibattito interno intorno alla figura del premier, la cui immagine è già fortemente compromessa per aver ingaggiato una guerra sanguinosa - che va avanti da più di un anno e ha provocato oltre 44mila morti palestinesi, di cui oltre un quarto sono bambini - che non è servita a riportare a casa tutti gli ostaggi nelle mani di Hamas dal 7 ottobre, si infiamma e apre a nuove ipotesi di governo. (Tiscali Notizie)