Neonati morti, Chiara Petrolini in carcere? “Ecco perché gli arresti domiciliari non bastano”

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il Resto del Carlino INTERNO

– La procura di Parma chiede il carcere per Chiara Petrolini, la 22enne accusata nel caso dei neonati sepolti a Traversetolo. In particolare, a guidare il ricorso contro la decisione del Gip di porre la giovane agli arresti domiciliari, è l’accusa relativa al primo bambino ritrovato, il secondogenito nato il 7 agosto 2024. Nei suoi confronti, Petrolini è indiziata per occultamento di cadavere (e non di soppressione, di cui è incriminata per il primogenito partorito nel 2023). (il Resto del Carlino)

Ne parlano anche altri media

La procura di Parma ha presentato appello contro l'ordinanza con cui il Gip di Parma ha disposto i domiciliari per Chiara Petrolini, la giovane di Traversetolo (Parma) accusata dell'omicidio dei neonati morti e sepolti nel giardino della sua villetta e ha chiesto che la ragazza sia mandata in carcere. (ilmessaggero.it)

Ha presentato appello contro l'ordinanza con cui nel settembre scorso il Gip aveva rigettato la richiesta di misura cautelare in relazione al reato di soppressione di cadavere e disposto gli arresti domiciliari per la madre 21enne. (ROMA on line)

non è propriamente indirizzata a lei ma vuole essere un modo per riflettere ad alta voce sul dono della maternità e sulla grande fortuna che ha chi può dare alla luce dei figli. Sono rimasta sconvolta dall’ultimo evento di cronaca nera di cui sono protagonisti i due neonati uccisi e sepolti in giardino ed ho deciso di scrivere una sorta di lettera aperta a Dio. (Avvenire)

Chiara, chiesto ancora l'arresto. "Impossibile fidarsi dei genitori"

L'anno scorso, a settembre, quando ci siamo rimessi insieme mi sono tatuato sul polso il suo nome. Quando ci siamo lasciati la prima volta l'avevo tradita. (Corriere della Sera)

Il Procuratore Alfonso D'Avino ha motivato la richiesta della misura cautelare del carcere per la 21enne di Parma Chiara, accusata di aver ucciso e sepolto due neonati in giardino. (Fanpage.it)

Proprio perché non si accorsero di nulla. Omicidio volontario, premeditato, aggravato da parentela e doppia soppressione di cadavere: un'accusa pesante per un regime afflittivo a oggi alquanto leggero. (il Giornale)