Auto, si muove l’Ue. Il vice di Ursula: “Pronti a rivedere le regole green”
Articolo Precedente
Articolo Successivo
Nel panorama industriale europeo, l’Italia gioca un ruolo cruciale, come conferma il recente viaggio di Stéphane Séjourné, vicepresidente esecutivo della Commissione europea con delega alla Prosperità e alla Strategia industriale, che ha scelto il Belpaese come destinazione della sua prima visita ufficiale. Il Corriere della Sera riporta la sua intervista, in cui Séjourné encomia l’Italia per la sua abilità esportatrice e il suo settore chimico, non dimenticando di affrontare temi caldi come il settore automobilistico e le strategie europee del futuro. (Nicola Porro)
Se ne è parlato anche su altre testate
Al centro c’è la richiesta a Bruxelles di rivedere – come vorrebbe anche il governo italiano – il sistema delle multe previste dal 2025 per le case automobilistiche che non centrano i target intermedi di tagli delle emissioni. (Il Fatto Quotidiano)
Secondo quanto riportato da Reuters, il PPE, che fino ad ora si era schierato a favore, si batterà per abrogare tale normativa per consentire la vendita di ibride plug-in e veicoli termici in grado di funzionare con combustibili alternativi, come biocarburanti e combustibili sintetici. (ClubAlfa.it)
Secondo il Ppe, la pressione per rispettare gli obiettivi ambientali fissati per il 2025 rischia di essere troppo severa per molte imprese, soprattutto in un contesto di incertezze economiche globali. Le richieste (Economy Magazine)
Stagnaro (Bruno Leoni): “La strategia di acquisto comune del gas Ue è fallita”. Séjourné (Ue): “Proporremo uno choc di semplificazione, un piano per l’industria pulita e un fondo competitività per l’auto”. (Energia Oltre)
Nel documento il Ppe chiede anche di garantire un approccio 'tecnologicamente neutrale' al traguardo finale del 2035 (che prevede lo stop ai nuovi veicoli a benzina e diesel), per consentire l'uso un mix di tecnologie più ampio rispetto al solo elettrico e idrogeno, tra cui biocarburanti ed e-fuels. (Tuttosport)
Da ventun mesi i dati sono in calo. Oggi siamo scesi al 18,1%. (Corriere della Sera)