Nomine Ue, tre nomi nel mirino: Fitto, Ribera, Várhely. Ma ora a tremare è anche Ursula
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L’Eurocamera ricomincia da tre. Non che abbia mai smesso di arrovellarsi sugli incastri politici, ma i mal di pancia di queste ore riportano a galla i tre profili - sui sette ancora in ballo - da cui passa inevitabilmente la risoluzione dello stallo. Cominciato come un gioco delle parti, evolutosi nelle ultime ore adesso tiene prigioniero il completamento della squadra del bis di Ursula von der Leyen alla testa della Commissione europea (ilmessaggero.it)
Ne parlano anche altri giornali
La questione Raffaele Fitto, con il suo voto rinviato al Parlamento Europeo, ha infiammato la consueta lotta tra Destra e Sinistra. (StrettoWeb)
La nomina della seconda Commissione Europea di Ursula von der Leyen si va complicando sempre di più. Le audizioni dei sei vicepresidenti esecutivi in pectore, che avrebbero dovuto chiudere l’esame da parte del Parlamento Europeo, hanno prodotto a Bruxelles uno stallo nervosissimo, provocato dai veti incrociati all’interno della maggioranza, tra Popolari e Socialisti. (La Gazzetta del Mezzogiorno)
Dopo una vigilia di veti incrociati, giochi di prestigio e messaggi cifrati i Socialisti europei gettano la maschera sulle nomine Ue e la designazione di Raffaele Fitto a vicepresidente esecutivo della Commissione Ue. (Secolo d'Italia)
Non è una pellicola di Sergio Leone o Quentin Tarantino, però, ma la descrizione della paralisi perfetta che da martedì blocca ogni intesa fra le tre forze della “maggioranza Ursula” (popolari, socialisti e liberali). (ilmessaggero.it)
In sostanza i Socialisti e Democratici non vogliono che a Raffaele Fitto, ministro degli Affari Europei del governo Meloni, malgrado sia generalmente considerato adatto a fare il commissario alla Coesione, venga assegnata una vicepresidenza esecutiva perché i Conservatori, il gruppo di Fratelli d’Italia, non fanno parte della maggioranza che ha eletto Ursula von der Leyen in luglio. (Adnkronos)
A sera la rottura è totale: «Raffaele Fitto non avrà i voti dei socialisti, in nessun caso: non è un problema con lui o con l'Italia ma con la destra estrema. Il messaggio arriva dal gruppo socialista al termine di una giornata di tensioni sempre più forti, e di attacchi dal Ppe e dalla destra spagnola contro la candidata di Sanchez Teresa Ribera (il Giornale)