Ciao Comunardo, simbolo di un calcio che oggi non c'è più

Cresciuto calcisticamente a Montecatini, Comunardo Niccolai si è sempre distinto per professionalità e umiltà, oltre che per il grande talento Se si volesse descrivere al meglio la figura di un antieroe per eccellenza nell’immaginario calcistico internazionale, questi non potrebbe essere che Comunardo Niccolai, arcigno strutturato difensore, classe 1946, da Santa Lucia di Uzzano. Deve il suo particolare nome al padre, Lorenzo Niccolai, ex portiere del Livorno, convinto antifascista, che così lo volle registrare all’anagrafe in onore di coloro che diedero vita alla Comune di Parigi (PistoiaSport)

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Il Presidente del Comitato Regionale Toscano L.N.D. Nato ad Uzzano, Niccolai nella sua vita sportiva aveva ricoperto anche l’incarico di Commissario Tecnico della Rappresentativa Juniores toscana con la quale aveva conquistato il titolo di campione d’Italia. (figc Toscana)

Essendo l’autogol una forma d’arte, seppur involontaria, il ricordo di Comunardo Niccolai spinge verso quel territorio della memoria dove la bellezza si manifesta in modo sghembo e inatteso, ma è pur sempre bellezza. (La Gazzetta dello Sport)

"Lascia il ricordo di un grande sportivo, un uomo educato, gentile, rispettoso, cordiale, che sapeva farsi voler bene", si legge in una nota rilasciata dal Cagliari. TUTTOmercatoWEB.com (Torino Granata)

Lutto nel mondo del calcio. E’ morto a 77 anni Comunardo Niccolai, protagonista dello scudetto del Cagliari del 1970. Dopo Gigi Riva, dunque, il 2024 vede la scomparsa di un’altra leggenda isolana. “Lascia il ricordo di un grande sportivo, un uomo educato, gentile, rispettoso, cordiale, che sapeva farsi voler bene – si legge in una nota del club sardo – Ciao Comunardo”. (LAPRESSE)

Il giornalista e conduttore della trasmissione Area di Rigore, Paolo Esposito, ha pubblicato un messaggio sui social. (AreaNapoli.it)

Uno di quei miracoli sportivi che ogni tanto, per fortuna, spezzano la logica dell'ovvio. È il Cagliari di mister Scopigno, il Filosofo, orfano di Boninsegna ma con un Domenghini e un Albertosi in più. (La Gazzetta dello Sport)