Ora il cerino è in mano a Putin

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Il Corriere Nazionale ESTERI

Populismo globale e minacce ibride:visioni a confronto con Marco Mayer.In questa intervista, rilasciata al rientro da un viaggio negli Stati Uniti, il Professore riflette sulle tensioni politiche e sociali che attraversano l’America di oggi, sul ruolo controverso di Elon Musk, sulle sfide dell’intelligenza artificiale applicata alla difesa, nonché sulla delicata questione della guerra in Ucraina. Particolarmente interessanti sono anche le sue considerazioni sull’Europa e sull’Italia: dalle politiche migratorie all’abuso d’ufficio, fino alla necessità di rafforzare una vera cooperazione europea nel campo della difesa e della cybersecurity (Il Corriere Nazionale)

Su altre fonti

PUBBLICITÀ Intervistato durante il nuovo programma Europe Today, il presidente del Ppe ribadisce che Putin non è intenzionato a fermare la guerra. Poi l'appoggio al piano di riarmo dell'Europa (Euronews Italiano)

Vladimir Putin è pronto a marciare su Odessa se l’Ucraina non accetterà le condizioni della Russia per la pace. E punterà anche sugli altri territori che adesso appartengono a Kiev. Se non sarà accontentato. (Open)

Il documento, scritto a febbraio da un influente think tank con sede a Mosca vicino al Servizio di Sicurezza Federale (FSB), svela le richieste della Russia per porre fine al conflitto in Ucraina: respinge i piani preliminari del presidente Donald Trump per un accordo di pace entro 100 giorni come "impossibile da realizzare" e afferma che "una soluzione pacifica della crisi ucraina non può avvenire prima del 2026". (Difesa Online)

Blogger, nazionalisti e proletari: Putin teme il partito della guerra

E se il presidente russo Vladimir Putin volesse davvero arrivare all'accordo di pace con l'Ucraina mediato dagli Stati Uniti ma non si potesse permettere di firmare tale intesa? Come riporta il Washington Post, a partire dallo scoppio del conflitto nell’Europa orientale la narrazione imperante a Mosca è stata infatti quella dello scontro ideologico ed “esistenziale” con l’Occidente a trazione americana. (il Giornale)

– L’opposizione in Parlamento per il presidente russo, Vladimir Putin, non è mai stata un problema, tanto che viene definita “opposizione” strumentale. Lo zar, però, nei suoi negoziati con gli Stati Uniti (sempre che ci siano), rischia di trovarsi contro un partito che non siede alla Duma, ma che sta diventando particolarmente rumoroso: quello della guerra. (QUOTIDIANO NAZIONALE)