Futuro e grandi sfide, l’Europa si prepari al vero salto di qualità

Futuro e grandi sfide, l’Europa si prepari al vero salto di qualità
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La Gazzetta del Mezzogiorno ESTERI

Come bisogna muoversi nel percorso delle vicende mondiali fra sogno e realtà? Si tratta di due circostanze inevitabilmente agli antipodi oppure la realtà, per darsi una proiezione nel futuro, ha un disperato bisogno di nutrirsi del sogno? Sono tante le contraddizioni che il corso della storia a volte apre nel suo processo politico; ad esempio, sarebbe proprio questo il momento in cui i Paesi europei dovrebbero, per sé stessi e per l’intera Comunità internazionale, operare un deciso salto di qualità nella loro integrazione. (La Gazzetta del Mezzogiorno)

Ne parlano anche altre testate

Il 2025 si apre per l’Europa con più domande che risposte. Con la guerra in Ucraina è finito anche il modello su cui si basava la nostra sicurezza energetica. Cosa ci fa prevedere per il futuro dell’Europa questa consapevolezza condivisa? La prima osservazione è che, nonostante il vantaggio che noi europei avremmo a trovare risposte comuni nel nuovo contesto, questa strategia è limitata dal fatto di non essere una federazione, ma un’unione in cui la maggior parte delle competenze è degli stati sovrani, stati spesso divisi da interessi diversi e in un contesto in cui la «polis» rimane sostanzialmente nazionale. (Corriere della Sera)

Tre dossier ampiamente instradati e un quarto su cui si sta lavorando per arrivare a una svolta quanto mai urgente. (Secolo d'Italia)

Elezioni da Parigi a Bucarest, una guerra in corso, un'economia che continua a deludere e una vittoria shock di Donald Trump alle elezioni americane sono tutti fattori che hanno causato un esteso fermento politico. (Euronews Italiano)

Anno nuovo e vecchia Europa tra incognite e speranze

La transizione verso il 2025 avviene in un contesto in rapida trasformazione, ove le crisi si moltiplicano e si rafforzano a vicenda, erodendo i paradigmi tradizionali delle relazioni internazion… (La Stampa)

– Paolo Gentiloni ha portato a termine il suo mandato di commissario all’Economia insistendo ad ogni suo intervento pubblico sulla necessità di ricorrere ancora al debito comune europeo per gli obiettivi comuni strategici, come è stato già fatto per il sostegno Ue alla cassa integrazione durante il Covid (programma Sure), per il Pnrr (programma “NextGenerationEU”) e recentemente per un prestito all’Ucraina. (Agenzia askanews)

Dio solo sa con che spirito si può guardare al nuovo anno. Dobbiamo essere pessimisti? Possiamo sperare, invece, in un barlume di luce per questo vecchio continente che oramai sembra non reggere più il passo delle grandi potenze mondiali e non essere più in condizione di governare le continue crisi che caratterizzano le vicende interne degli stati nazionali? E che dire poi della guerra che divampa oltre i confini orientali dell’Unione e dei conflitti che lacerano il vicino Medio Oriente e quel bacino del Mediterraneo che oramai sta diventando sempre più lo scenario di un nuovo “grandegioco” internazionale? Sì, un intrigo di interessi geopolitici e di volontà di potenza che tende sempre più a escludere le nazioni europee da quelloche dovrebbe essere il baricentro dei loro legittimi interessi. (ROMA on line)