Guerra in Medio Oriente: podcast, siti e profili social dove informarsi

Guerra in Medio Oriente: podcast, siti e profili social dove informarsi
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Elle ESTERI

La vita che continua, la distruzione in un attimo, nessun filtro. A un anno dalla guerra a Gaza, la quantità di informazioni che arriva dal Medio Oriente è un puzzle di foto, podcast, videoracconti di esperienze personali, una mappa polifonica di cosa significhi vivere in una zona di crisi. Le persone diventano notizie, testimoni e vittime di ciò che succede. Con un lavoro incessante di condivisione, si liberano dalle regole stringenti imposte alla stampa internazionale, che può entrare nella Striscia soltanto in maniera embedded (ossia sotto il controllo dei militari) e deve sottoporre articoli e filmati al vaglio della politica internazionale. (Elle)

Su altre fonti

Appena l’esercito israeliano ha tappato le brecce da cui è esondato l’odio di Hamas, la Striscia di Gaza è stata sigillata più di quanto già non fosse. I giornalisti non possono entrare, né dal lato israeliano né da quello egiziano, a meno di n… (la Repubblica)

Invasione in corso. Svegliati dai messaggi WhatsApp dei parenti che ci giungevano da laggiù, lo abbiamo avvertito subito, all’alba di quel sabato mattina 7 ottobre di un anno fa, che stavamo vivendo un voltapagina della storia. (Il Fatto Quotidiano)

LEGGI – 7 ottobre 2023, l’eccidio di Hamas. I numeri sono del Ministero della Sanità di … (Il Fatto Quotidiano)

Il parroco di Gaza: “Bombardamenti sempre più intensi. In parrocchia vivono ormai da un anno 500 persone”

Maddalena Dragone, infermiera di Medici Senza Frontiere, racconta cos'è oggi la Striscia di Gaza, tra bombardamenti incessanti, bambini ridotti alla fame, malattie infettive e continui ordini di evacuazione. (Fanpage.it)

Le guerre non si combattono più sui campi di battaglia. Nei conflitti del ventunesimo secolo sono i civili, le strutture sanitarie e gli operatori umanitari i nuovi obiettivi di bombe e missili. Gaza, Ucraina, Libano sono soltanto alcuni dei paesi in cui questa non solo è una realtà, ma anche una tragica quotidianità. (Estense.com)

TEL AVIV – Padre Gabriel Romanelli ha appena finito di celebrare la messa della domenica nella chiesa della Sacra Famiglia di Gaza quando ci risponde al telefono: ha la voce serena nonostante la bomba che, 24 ore prima, è arrivata appena all’esterno del compound della parrocchia, spaccando il muro di cinta, mandando in frantumi le finestre, scardinando porte. (la Repubblica)