Paolo Sorrentino al Giffoni film Festival: «Partenope? È un'ode alla gioventù»

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Non è una sirena, non è un mito, ma si chiama come la sua città, «Parthenope», il nuovo film di Paolo Sorrentino, dal 19 settembre al cinema (nel giorno di San Gennaro). Ieri, in collegamento, il regista, armatore di sigaro, ha presentato in anteprima al «Giffoni film festival» le prime scene, mentre tra i ragazzi della kermesse c'erano i tre giovani protagonisti - Celeste Della Porta, Dario Aita e Daniele Rienzo - nel cast insieme al premio Oscar Gary Oldman, Silvio Orlando, Isabella Ferrari, Stefania Sandrelli, Luisa Ranieri, Peppe Lanzetta e Biagio Izzo (ilmattino.it)

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Un abbraccio intenso tra tre ragazzi, la camera che gira, la musica e il pathos che cresce, Paolo Sorrentino sceglie il Giffoni Film Festival per mostrare alcune delle immagini del suo nuovo attesissimo film 'Parthenope', in arrivo nelle sale il 24 ottobre e con alcune speciali anteprime il 19 settembre. (Adnkronos)

‘Parthenope’, il film diretto da Paolo Sorrentino e presentato il concorso al Festival di Cannes 2024, racconta la vita di Parthenope, che ha preso il nome dalla sua città, Napoli, ma non è una sirena né un mito partenopeo. (Cinecittà News)

Il regista premio Oscar, in collegamento, insieme ai protagonisti di Parthenope Celeste Dalla Porta, Dario Aita e Daniele Rienzo, ha incantato i giovani giurati del Giffoni Film Festival condividendo preziosi consigli. (ComingSoon.it)

Paolo Sorrentino a Giffoni: "Faccio film su cose che non conosco, come Napoli e le donne...”

Montaggio di Rocco Giurato (la Repubblica)

“Questa è una delle scene più importanti del film”, racconta il Premio Oscar, perché ‘Parthenope’ è “un film sulla giovinezza, su cosa significa essere giovani e ho scelto Giffoni proprio per arrivare a tutti i giovani”. (CremonaOggi)

«Faccio film su ciò che non conosco, verso cui sviluppo una curiosità ossessiva. Mi sono reso conto che non conosco bene né Napoli, la mia città, né le donne anche se ho vissuto, come tutti gli uomini, la maggior parte della mia vita ad amarle, desiderarle, cercare di capirle o restarne deluso. (La Repubblica)