Siria, il «ponte cruciale» dell'Iran verso Hezbollah: ecco gli scenari che ora preoccupano Israele
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Da mercoledì scorso un nuovo conflitto è arrivato a complicare ulteriormente il quadro del Medio Oriente: i ribelli anti Assad hanno lanciato un'offensiva a sorpresa in Siria. Jihadisti e gruppi armati alleati contro il regime di Bashar al-Assad hanno raggiunto il centro di Aleppo, nel nordovest del paese, dopo intensi combattimenti con l'esercito di Damasco. Ma cosa significa per Israele questo nuovo fronte caldo? Il conflitto potrebbe avere importanti riflessi anche sulle scelte di Netanyahu (ilmessaggero.it)
La notizia riportata su altri giornali
Iran e Libano seguono con preoccupazione, per diversi motivi, … Alcune fonti danno il presidente Bashar al Assad sul punto di cadere o fuggire, ma lui promette di vincere con l’aiuto della Russia, che ha lanciato un’ondata di pesanti bombardamenti e – secondo alcune fonti – apparentemente ucciso il leader dei jihadisti. (la Repubblica)
L’offensiva dei ribelli jihadisti filo turchi si è consolidata ad Aleppo e nel nord della Siria, ma si è fermata nella parte centrale del Paese. I raid delle forze governative e russe hanno frenato gli attacchi. (L'Unione Sarda.it)
Aleppo è sotto il controllo del governo siriano dal 2016, dopo una decisiva vittoria delle forze sostenute dalla Russia. In un video girato vicino all'Ospedale Universitario di Aleppo, persone corrono poco prima delle esplosioni, confermate da immagini satellitari. (la Repubblica)
Il gruppo ha approfittato del momento di debolezza del regime di Assad, con i suoi alleati impegnati su altri fronti. Erano diversi anni che la guerra civile in Siria sembrava congelata, prima di questo ritorno al passato. (LifeGate)
Perché la prima considerazione è proprio questa: quanto ora accade nel Nord del Paese, con l’improvvisa esondazione dalla provincia di Idlib di colonne di islamisti che in qualche giorno hanno preso Aleppo e si sono avvicinati all’altra grande città (900mila abitanti) di Hama, 200 chilometri più a Sud, non è una «cosa nuova» ma la ripetizione di quanto avevamo visto tra il 2011 e il 2015, cioè fino a quando l’intervento militare russo rovesciò l’andamento delle operazioni a favore di Bashar al-Assad (L'Eco di Bergamo)
Non sappiamo se ci sono morti o feriti. L'ambasciata francese stava organizzando un convoglio sperando di uscire da Aleppo ma per oggi non è possibile, sembra siano in aumento gli scontri nelle aree fuori dalla città». (ilgazzettino.it)