Perché la Russia cambia la dottrina nucleare dopo la decisione di Biden sui missili: «Lo choc di un uomo anziano che lascerà l’incarico»
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Jeffrey Sachs contro il presidente uscente: decisione presa dai falchi. Trump «cambierà direzione all'Ucraina». Ma adesso Putin può far leva sulla paura dell'Occidente. E alimentare la propaganda interna «Uno choc sconsiderato da parte di un uomo anziano che presto lascerà l’incarico. Probabilmente la decisione è stata presa dai suoi consiglieri falchi». Così Jeffrey Sachs, direttore del centro per lo sviluppo sostenibile della Columbia University, definisce la scelta di Joe Biden di permettere agli ucraini di colpire con le armi Usa in territorio russo. (Open)
La notizia riportata su altri media
Ma la firma del presidente Vladimir Putin è arrivata soltanto ieri, a orologeria, nel millesimo giorno di conflitto in Ucraina e soprattutto a poche ore dal lancio dei primi sei missili Atacms di fabbricazione statunitense contro la regione russa di Brjansk da parte di Kiev. (la Repubblica)
Che dovessimo finire l’anno parlando di minaccia nucleare per l’Europa e per il mondo era, ahimè, facile profezia già prima delle presidenziali Usa, quando a settembre l’annunciato invio di missili a lungo raggio chiesti da Zelensky veniva rimandato in attesa dei risultati del voto: Kamala Harris o Trump? La risposta c’è stata, ma quello che va in onda ora non è il paradosso della “pace trumpiana” – che al contrario non esiterà a rinfocolare conflitti per la primazia Usa, dal Medio Oriente all’Asia. (il manifesto)
I crismi dell'ufficialità ci sono tutti: le forze armate ucraine hanno colpito per la prima volta il territorio russo con missili Atacms, sferrando l'attacco su un arsenale vicino alla città di Karachev (130 km dal confine), nella regione di Bryansk. (il Giornale)
E così la Russia cambia la dottrina nucleare: da adesso, l’uso dell’arma atomica è lecito per difendere la sovranità nazionale anche quando questa sia minacciata da un Paese non nucleare ma appoggiato da uno o più Paesi nucleari. (Avvenire)
L’operazione, confermata da Kiev, ha mandato su tutte le furie il Cremlino, che ha immediatamente rilanciato minacce nucleari e accuse contro l’Occidente. Un passo che alza la posta su un tavolo già carico di tensioni, è proprio il caso di dirlo, esplosive. (QuiFinanza)
Lo stesso concetto è stato ribadito e ampliato poco dopo direttamente dalla Casa bianca: «Gli Stati uniti non sono rimasti sorpresi dal fatto che la Russia abbia abbassato la soglia per un attacco nucleare, e non abbiamo intenzione di modificare la nostra posizione nucleare in risposta. (il manifesto)