La grande ambizione Ost :: Le Recensioni di OndaRock

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La grande ambizione”, il nuovo film di Andrea Segre sulla vita di Enrico Berlinguer (interpretato da Elio Germano) può far piangere. Vedere quello che è stato il popolo italiano, il suo senso di comunità, la sua unione in un ideale egualitario e democratico, se paragonato all’egoismo odierno e alla disillusione di massa, può creare un senso di nostalgia enorme. Per non parlare del livello etico di politici come Moro o Berlinguer. (Onda Rock)

Se ne è parlato anche su altre testate

Faccia a faccia con Elio Germano che ha appena vinto il premio come miglior attore alla Festa di Roma. Insieme al regista Andrea Segre racconta “Berlinguer – La grande ambizione”. “Il primo ricordo che ho di Berlinguer – racconta Germano – è nelle caricature ma il film è ben altro: abbiamo cercato di raccontare un’epoca e una parte di storia d’Italia”. (TV2000)

“Credo che Moretti sia un fantastico provocatore intellettuale”. (Sky Tg24 )

Bergamo. Sold out al Cinema Conca Verde di Bergamo per l’incontro con Elio Germano e Andrea Segre, rispettivamente attore protagonista e regista del film “Berlinguer – La grande ambizione”. Il film è già in programmazione al cinema di Longuelo: per consultare il calendario clicca qui. (BergamoNews.it)

Germano sul grande schermo e la lezione di Berlinguer: "Il rispetto della pluralità che oggi manca"

In «Berlinguer - La Ambizione», ogni riferimento a fatti è persone è puramente reale. Parola di Elio Germano, che ieri, 5 novembre, ha incontrato il pubblico barese al Multicinema Galleria con Andrea Segre, il regista del film che ha, appunto, una grande ambizione: raccontare il politico e leader del Partito Comunista Italiano, Enrico Berlinguer, in un arco di vita dal 1973 al 1978. (La Gazzetta del Mezzogiorno)

Quando il Partito comunista italiano negli anni '70 prova a realizzare il compromesso storico, ovvero un'alleanza con il partito della Democrazia Cristiana, mentre la stabilità politica italiana era turbata dagli attentati. (La Repubblica)

"Ai tempi di Berlinguer c'era un rispetto della pluralità che oggi manca, malati come siamo di leaderismo". Leggi tutta la notizia (Virgilio)