Kamala Harris a sostenitori: Va bene sentirsi tristi e delusi, ma non ci arrenderemo mai
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Nel discorso della sconfitta, Kamala Harris si rivolge ai suoi giovani sostenitori e dice: "va bene sentirsi tristi e delusi, ma sappiate che andrà tutto bene. Spesso dico che quando combattiamo, vinciamo, ma il fatto è che a volte la lotta richiede un pò di tempo. Questo non significa che non vinceremo". "La cosa importante è non arrendersi mai - ha scandito la vice presidente parlando dalla Howard University - Non smettere mai di cercare di rendere il mondo un posto migliore (ilmessaggero.it)
Se ne è parlato anche su altri media
Durante il giorno questo è stato interpretato come il timore dei cittadini della capitale americana per la reazione dei filo trumpiani alla notizia della sconfitta del loro candidato. Poche macchine, ancora meno passanti. (il manifesto)
Ma com’è possibile che dall’entusiasmo per la candidatura di Harris, continuamente avanti nei sondaggi (sebbene per pochi punti percentuali nelle ultime settimane) si sia passati a una sconfitta su tutti i fronti, persino nel voto popolare, dove neppure Hillary Clinton aveva vacillato? La Cnn ha stilato alcuni dei motivi dietro al fallimento della campagna della prima donna nera e figlia di immigrati a prendere parte alla corsa per la Casa Bianca. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
Del resto se l’America ha inventato il Super bowl, ha pensato anche ai «watch party» dell’election day. I seggi a New York sono rimasti aperti fino alle 21, le 3 del mattino in Italia, ma molti altri Stati hanno chiuso le urne alle 19. (Vanity Fair Italia)
"Mentre io concedo la sconfitta di questa elezione, non concedo la sconfitta alla lotta per la libertà" e continua: "Non mi arrenderò mai, non smetterò mai di lottare per le donne, affinché possano prendere decisioni sul proprio corpo senza che sia un governo a dire loro cosa fare. (Liberoquotidiano.it)
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Già un ex numero uno della Casa Bianca riuscì invece nell'impresa politica da lui compiuta martedì, ovvero quella di tornare commander-in-chief dopo essere stato sconfitto nelle elezioni successive al suo primo mandato: il democratico Grover Cleveland, alla guida del Paese dal 1885 al 1889 e dal 1893 al 1897 e perciò sia 22esimo che 24esimo presidente a stelle e strisce. (Corriere della Sera)