In forma dopo le feste: "Mele e tisane spezza-fame e mezz’ora a passo svelto"
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Di Mario Ferrari PISA "Per evitare di mangiare anche l’uva dalla carta da parati il rimedio migliore sono le tisane spezzafame". La grande abbuffata delle feste natalizie è alle spalle e bisogna tornare a fare i conti, oltre che con la routine di tutti i giorni, anche con la bilancia. Ciro Vestita, medico nutrizionista e ospite ogni mercoledì mattina della rubrica di Rai 1 "Uno Mattina" e domenica di "Linea Verde", suggerisce le tisane spezzafame: il modo migliore per "perdere quei 2-3kg che si prendono con le vacanze natalizie e che si localizzano soprattutto sull’addome". (LA NAZIONE)
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E il risultato si vede poi dalla bilancia… Eppure, godersi le feste senza compromettere la forma fisica è possibile. Tra pandori e panettoni, è facile, dopo le feste, ritrovarsi con un paio di chili di troppo. (LA NAZIONE)
Nell’immaginario collettivo “risparmiare” equivale a fare delle rinunce. Esistono, invece, dei metodi che garantiscono un risparmio sulle spese di tutti i giorni ma che permettono di portare avanti anche le nostre passioni! Sono metodi davvero efficaci, e possono essere messi in atto da subito, anche da ora! Vediamo i 5 modi per ridurre le spese quotidiane senza rinunciare ai nostri divertimenti e hobbies. (Proiezioni di Borsa)
A questo punto la domanda sorge spontanea: quanti minuti a settimana dobbiamo allenarci per perdere peso dopo le feste? Ecco cosa dice la scienza. (La Gazzetta dello Sport)
Durante il periodo delle festività, infatti, molti si trovano ad affrontare gli effetti degli eccessi alimentari e non solo. Durante queste feste, è molto facile mangiare quantità eccessive di dolci e bere più alcolici del solito. (RicettaSprint)
SALUTE: UN TOSCANO SU DUE A DIETA DOPO ABBUFFATE DI NATALE E CAPODANNO (Coldiretti - TOSCANA)
Secondo un sondaggio condotto da Coldiretti Toscana, quasi un toscano su due (44%) ha espresso l’intenzione di iniziare una dieta nel 2025 per smaltire gli eccessi delle abbuffate festive. Tuttavia, il 40% non ha alcuna intenzione di rinunciare ai piaceri della tavola, mentre il restante 16% non ha ancora deciso. (Corriere dell'Economia)