I 165 anni de La Nazione. Evento a Forte Belvedere: “Verso il futuro con onestà e verità”

I 165 anni de La Nazione. Evento a Forte Belvedere: “Verso il futuro con onestà e verità”
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LA NAZIONE INTERNO

– “La buona informazione la fanno i giornalisti e non i profili nascosti di Facebook. Dobbiamo tornare alle origini”. Sono le parole di Andrea Riffeser Monti, editore di Qn, La Nazione, Il Resto Del Carlino e Il Giorno all’evento che dà il via alle celebrazioni per i 165 anni de La Nazione, fondata nel 1859. L’appuntamento, con tanti rappresentanti della politica e dell’imprenditoria, era al Forte Belvedere, sulla terrazza da cui si vede tutta Firenze (LA NAZIONE)

Su altri media

Fotografie di Jacopo Bianchi (Nove da Firenze)

Ne sono seguiti un’altra cinquantina, tutti uomini, fino al 1° agosto 2019 quando è arrivata la direttrice Agnese Pini. Come è cambiato in 165 anni il ruolo della donna in Italia? "Per parlare di passi avanti negli ultimi 165 anni, credo sia necessario andare a individuare quelli che sono state le leggi che hanno cambiato la vita dalle donne, a partire dal 1945, quando quelle maggiorenni, che avevano compiuto i 21 anni, hanno visto il loro riconoscimento al voto. (LA NAZIONE)

Oggi, La Nazione si conferma come un punto di riferimento imprescindibile per l’informazione in Toscana e in Italia, con una forte presenza sia sulla carta stampata che online. (LA NAZIONE)

I 165 anni de La Nazione. Quando Carlo Collodi raccontò il tripudio per il plebiscito toscano

"Votate senza paura": si era limitata a intitolare, eccezionalmente, una sua nota di fondo il giornale che Carlo Fenzi e Piero Puccioni avevano fondato all’ombra della "dittatura" ricasoliana, nelle giornate travagliate e drammatiche che erano seguite all’armistizio di Villafranca, in quella cupa e minacciosa atmosfera del luglio 1859 che aveva sembrato deludere tutte le speranze e umiliare tutti gli sforzi di libertà e di riscatto. (LA NAZIONE)

Da quel 19 luglio del 1859, quando uscì il primo numero del giornale – in una Firenze da pochissimi mesi senza più granduca né signorie straniere – tanta acqua d’Arno è passata sotto i ponti. – Passato, presente e futuro, uniti in un ideale passaggio del testimone nel nome di una informazione obiettiva e di qualità che oggi come ieri resta un punto di riferimento irrinunciabile per chi si occupa di giornalismo. (LA NAZIONE)

Radici solide e robuste, ben ancorate negli anni dell’epopea risorgimentale e del sogno di un’Italia libera e unita, ma lo sguardo saldo e rivolto verso un futuro che parla il linguaggio di internet, dei social e schiude gli orizzonti della frontiera digitale. (LA NAZIONE)