Auto elettriche cinesi, le reazioni dell'industria sui dazi: trovare un'intesa

Auto elettriche cinesi, le reazioni dell'industria sui dazi: trovare un'intesa
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HDmotori ECONOMIA

Le reazioni dell'industria automobilistica al voto dei Paesi UE sui dazi per le auto elettriche di fabbricazione cinese non si sono certamente fatte aspettare. Come abbiamo visto, il risultato del volto mostra una spaccatura netta tra i Paesi membri. Questa situazione permette, però, alla Commissione Europea di poter decidere e quindi è scontato che andrà avanti. Non sono pochi i commenti che mostrano perplessità sull'iniziativa promossa dalla Commissione Europea e non mancano le bocciature nette, soprattutto da parte delle case automobilistiche tedesche. (HDmotori)

Se ne è parlato anche su altri media

I governi europei hanno spianato la strada a nuovi dazi fino al 35% in aggiunta alle tariffe del 10% già in vigore sulle importazioni delle auto elettriche cinesi. Il no di Berlino non basta ad allontanare la guerra commerciale tra Ue e Cina. (Il Fatto Quotidiano)

«Potremo continuare ad alzare i dazi all’infinito, ma in questo momento il gap di competitività e di costi è tale che la Cina potrebbe permettersi politiche di prezzo ancora più vantaggiose e comunque riuscirebbe a permeare i nostri mercati». (Il Sole 24 ORE)

Bruxelles – I dazi dell’Unione europea alle importazioni di auto elettriche cinesi non vengono né bocciati né approvati dai Ventisette Paesi membri e, dunque, possono andare avanti. Il succo sta nella procedura, che, sì, è forma, ma è anche sostanza. (EuNews)

Fino a +35% alle cinesi, ma la Ue “grazia” Tesla

I Paesi dell'UE hanno approvato l'introduzione di dazi definitivi sulle auto elettriche cinesi, in risposta ai massicci sussidi considerati sleali concessi da Pechino. (Sky Tg24 )

È quanto si legge in una nota della Commissione europea.Bruxelles ha comunque assicurato che l'UE e la Cina continueranno "a lavorare sodo per esplorare una soluzione alternativa che dovrebbe essere pienamente compatibile con l'OMC, adeguata per affrontare le sovvenzioni pregiudizievoli stabilite dall'indagine della Commissione, monitorabile e applicabile". (LA STAMPA Finanza)

Già perché alla fine la politica del produttore statunitense, che possiede una fabbrica a Shanghai, ha dato i suoi frutti. È riuscito a dimostrare a Bruxelles che i sostegni ricevuti dalla Cina sono stati ridotti rispetto ai produttori. (la Repubblica)