Morte Andrea Prospero, il mistero della ricetta dei farmaci: realizzata con i dati rubati a una dottoressa
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La vicenda dello studente 19enne di Lanciano trovato morto a Perugia. La scoperta è stata fatta dalla trasmissione televisiva 'Chi l'ha visto?', alla quale la prescrizione falsa è stata spedita da colui che in Rete si fa chiamare 'Chef' ROMA. La ricetta dei farmaci con cui si è ucciso Andrea Prospero, lo studente lancianese trovato morto in una camera a Perugia, è stata realizzata con i dati rubati ad una dottoressa in pensione. (Il Centro)
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Sarebbero almeno due le ricette mediche per comprare farmaci e sedativi falsificate con i dati di una dottoressa abruzzese. Lo ha ricostruito il programma tv 'Chi l'ha visto?', nel corso della puntata andata in onda ieri sera, 26 marzo, che ha dedicato ampio spazio al caso del ragazzo. (ChietiToday)
I farmaci che Andrea Prospero ha utilizzato per uccidersi il 24 gennaio scorso nella stanza affittata in via del Prospetto sono stati acquistati con una ricetta falsa, utilizzando i dati rubati ad una dottoressa in pensione di Chieti. (ilmessaggero.it)
Il Caso di Andrea Prospero "Studiando come sono andate le cose, Andrea scrive alla sorella alle 12.32 un messaggio: 6 minuti prima sta scrivendo con Valemno, gli sta chiedendo un incoraggiamento (per compiere il gesto, n. (DiLei)
A ipotizzare lo scenario è Francesco Mangano, avvocato della famiglia Prospero, ospite del programma di Raitre Chi l'ha visto? nella puntata del 26 marzo. Quando Andrea Prospero, lo studente universitario trovato morto a gennaio in una stanza presa in affitto a Perugia, si toglieva la vita forse chi era in chat con lui non solo sapeva delle sue intenzioni ma sapeva anche dove si trovava. (Today.it)
Soci che si fidano l’uno dell’altro anche se molto probabilmente non si sono nemmeno mai visti in faccia. Chi tarocca le ricette mediche, chi raccoglie gli ordini, chi conserva farmaci e droghe e poi si occupa della spedizione. (ilmessaggero.it)
Ricette mediche falsificate per stordirsi o per morire. Firmata da un medico abruzzese in pensione da un anno – quindi si presuppone un furto di dati –rimanda alla stessa persona che aveva venduto ricette al giovane di Lanciano. (QUOTIDIANO NAZIONALE)