Nato: sostegno a Kiev, monito alla Cina

Nato: sostegno a Kiev, monito alla Cina
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ISPI ESTERI

L’Ucraina è su una “traiettoria irreversibile” per l’ingresso nella Nato e i suoi alleati occidentali “le forniranno assistenza a lungo termine per la sicurezza”. Lo dichiara, nero su bianco, il comunicato finale del vertice Nato conclusosi oggi a Washington. Un testo in 38 punti approvato all’unanimità in cui i leader dell’Alleanza affermano di “essere uniti e solidali di fronte a una brutale guerra di aggressione nel continente europeo e in un momento critico per la nostra sicurezza”. (ISPI)

Se ne è parlato anche su altri giornali

Il fronte di guerra ucraino rappresenta il laboratorio della loro cooperazione: Pechino supporta le ambizioni di Vladimir Putin ed assicura la prosecuzione delle ostilità, attraverso la fornitura di componenti tecnologiche utili a fabbricare armi ed il sostegno finanziario. (Italia Oggi)

«Le diversità di sistema politico e di valori non dovrebbero diventare un motivo per incitare a una sfida» con il suo Paese, ha detto Wang Yi. Nell’escalation verbale di queste ore tra la Nato e la Cina, il ministro degli Esteri di Pechino ha usato una frase rivelatrice della dinamica in corso e, forse, anche delle difficoltà che ci aspettano nei prossimi anni. (Avvenire)

I Paesi della Nato rafforzano lo scudo anti-Putin con l’invio degli F16 a Kiev e Mosca non gradisce. L’irritazione di Pechino dopo il monito dell’Alleanza a “non aiutare Mosca” nella guerra in Ucraina: “Bugie nel comunicato degli alleati, chi soffia sul fuoco?” (FIRSTonline)

L’ira atlantica di Pechino: «Non portate il caos in Asia»

“Io credo che la Cina debba svolgere un ruolo positivo che deve essere quello di convincere la Russia a tornare a più miti consigli. Quindi a chiudere questa stagione di guerra che ha voluto aprire con l’invasione dell’Ucraina. (Il Sole 24 ORE)

Questo atto di accusa coincide con un’altra presa di coscienza, sui danni che Xi Jinping procura all’Occidente “esportando” in casa nostra i suoi problemi economici. Le due cose procedono in parallelo e sono una caratteristica del tempo in cui viviamo: Pechino ha i piedi in due mondi, da una parte si prepara a sostituire l’ordine internazionale americano-centrico con un assetto sino-centrico, dall’altra ha ancora bisogno di noi, soprattutto dei nostri mercati, per salvarsi dalla stagnazione economica. (Corriere della Sera)

Il documento finale del summit di Washington dell’Alleanza atlantica contiene una lunga serie di accuse alla Cina, definita come già nel 2022 e nel 2023 una “sfida sistemica alla sicurezza”. Ma stavolta c’è maggiore enfasi, con un ampio ventaglio di preoccupazioni espresse sulle capacità spaziali, il rafforzamento dell’arsenale nucleare e “le campagne di disinformazione”. (il manifesto)