Schlein non chiude su Fitto commissario: «Valuteremo le deleghe»

Schlein non chiude su Fitto commissario: «Valuteremo le deleghe»
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Corriere della Sera INTERNO

L’apertura di Elly Schlein — «Valuteremo portafogli e deleghe» — è prudente. Ma dentro il Pd molti sono pronti a scommettere che non si potrà non votare per Raffaele Fitto commissario europeo. Ne sono convinti i progressisti, cioè la quasi totalità del gruppo europarlamentare, a eccezione degli indipendenti Annunziata e Tarquinio. Considerano uno scenario molto eventuale l’astensione alcuni esponenti dell’altra area del Pd. (Corriere della Sera)

La notizia riportata su altri media

Per capire il gioco di Elly Schlein bisogna fare un passo indietro di quasi cinque anni. Il secondo governo Conte, quello giallorosso, si era insediato da meno di un mese. Roberto Gualtieri all’Economia, Vincenzo Amendola agli Affari europei, eccetera. (Liberoquotidiano.it)

Se serve quando finisco qua, torno a Bari me lo vado ad abbracciare». Lo ha detto l’ex sindaco di Bari ed europarlamentare Antonio Decaro, a margine della sua partecipazione a Digithon la maratona digitale terminata domenica a Bisceglie. (La Gazzetta del Mezzogiorno)

Schlein a Cernobbio: "Su Fitto commissario il Pd valuterà portafoglio e deleghe" (La Stampa)

Restiamo uniti: Fitto è il commissario degli italiani

"Stiamo ancora aspettando di capire quale sarà il portafoglio, e abbiamo chiesto al governo di capire chi seguirà i dossier che in questo momento sta seguendo il ministro Fitto, perchè sono dossier rilevantissimi per l'Italia: attuazione del Pnrr, fondi di coesione, programmazione, e non possiamo permetterci rallentamenti su questo aspetto. (L'HuffPost)

La segretaria del Partito democratico Elly Schlein non chiude la porta a un possibile sostegno alla designazione del ministro Raffaele Fitto per il ruolo di commissario europeo con delega all’Economia e al Pnrr. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

E lo ricordiamo perché tra pochi giorni, l’11 settembre, la candidatura indicata dal nostro Governo inizia il suo cammino davanti all’apposita commissione del parlamento Ue. Iter per nulla scontato, visto che 5 anni fa tre candidati (ungherese, rumeno e francese) furono bocciati senza appello. (QUOTIDIANO NAZIONALE)