Libano, Borrell: "No a scuse per cessate il fuoco, mandato d'arresto per Netanyahu è un obbligo"
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"Non ci sono scuse per un cessate il fuoco in Libano e sulla proposta di accordo, mediata da Stati Uniti e Francia". Così Joseph Borrell, Alto rappresentante europeo per gli Affari Esteri. "Non si può applaudire quando la corte va contro Putin e restare in silenzio quando la corte va contro Netanyahu", ha aggiunto Borrell. "Questo è il tipico esempio dei due pesi e delle due misure per cui tanto veniamo criticati. (la Repubblica)
Su altri media
Il Napoli di Antonio Conte, di fatto, ha confermato il proprio primato, grazie alla vittoria di domenica scorsa contro la Roma. Anche se ha ancora un solo punto di vantaggio su Inter, Atalanta, Lazio e Fiorentina. (Spazio Napoli – News Napoli Calcio e Calciomercato Napoli)
Ai piedi del Vesuvio c’è sempre più entusiasmo intorno alla squadra. Il Napoli dopo la scorsa annata deludente è tornato a vincere e a convincere. La squadra di Conte al momento comanda la classifica di Serie A con nove vittorie, due pareggi e due sconfitte. (Spazio Napoli – News Napoli Calcio e Calciomercato Napoli)
La "decisione di fermare la guerra" tra Israele e il movimento sciita libanese Hezbollah "è stata finalmente approvata e l'attuazione dovrebbe essere annunciata molto presto", probabilmente anche "entro poche ore". (Liberoquotidiano.it)
I ministri degli Esteri del G7 aumentano la pressione su Israele perché accetti l’accordo di cessate il fuoco temporaneo con Hezbollah in Libano, nelle stesse ore in cui Benjamin Netanyahu riunisce a Tel Aviv il gabinetto di guerra. (Il Fatto Quotidiano)
"Siamo speranzosi ma non posso dire molto di più. L'esperienza in Gaza ci ha mostrato che possiamo avere speranza ma anche essere consapevoli che può non andare in porto". Lo ha detto, con riferimento all'atteso accordo per una tregua in Libano, il ministro libanese degli Esteri Abdallah Bou Habib intervenendo ai Med Dialogues a Roma. (Tiscali Notizie)
Da convincere c’è prima Itamar Ben-Gvir che sui cessate il fuoco (in Libano o a Gaza) non dà tregua al premier Benjamin Netanyahu. (Corriere della Sera)