Il centrosinistra si divide sulla vittoria di Trump, Pd: “Ci aspettano anni duri per l’Europa”. M5s, Conte: "Ora grandi sfide, fermiamo le guerre”

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la Repubblica ESTERI

I partiti del centrosinistra guardano con occhi diversi al voto americano: Pd e Avs hanno sostenuto apertamente la corsa di Kamala Harris, i 5 stelle sono stati più cauti con il presidente Conte che non si è espresso. Ma tutti sono concordi su una preoccupazione: il futuro dell’Europa e i futuri scenari nei rapporti commerciali con l’America. In casa Partito democratico la vittoria di Donald Trump in questi termini e con questi numeri preoccupa molto: “Speriamo che adesso l’Europa si dia una mossa” , dice Giorgio Gori (la Repubblica)

Ne parlano anche altri giornali

"Una brutta notizia per l'Europa e per l'Italia": così la segretaria del Pd Elly Schlein ha definito la vittoria di Donald Trump negli Usa. Il motivo? Secondo le sue previsioni, l'effetto dazi scatenato dal tycoon avrà delle conseguenze su lavoratori e imprese pure in Italia. (Liberoquotidiano.it)

LA VITTORIA DI TRUMP (Limes)

Pur essendo atteso, in realtà il ritorno del Tycoon alla Casa Bianca lascia il Vecchio Continente in una sorta di limbo tra gli equilibri del passato ormai persi e quelli nuovi ancora da formare. Dopo il successo di Donald Trump sono questi i sentimenti più diffusi a Bruxelles nelle istituzioni europee e nelle principali Cancellerie dell’Ue. (la Repubblica)

UE e Trump 2.0: l’urgenza di un Piano B per la difesa europea

Un'altra Donald Trump ha stravinto la sua corsa verso la Casa Bianca sbaragliando il fronte democratico di Kamala Harris, entrata in corsa dopo l'uscita di scena di Joe Biden, ormai scomparso dai radar. (Secolo d'Italia)

Il mondo ebraico europeo analizza il voto americano filtrandolo alla luce degli effetti del 7 ottobre, il devastante pogrom antisemita che l'hanno scorso ha scatenato la guerra a Gaza, cambiando per sempre l'assetto mediorientale. (ilmessaggero.it)

Da un lato, l’esperienza della sua prima amministrazione (2016-20) dovrebbe aver preparato tutti al suo particolare ‘stile’ di governo e, più in generale, alla sua attitudine nei confronti dei paesi alleati, caratterizzata da un approccio fortemente rivendicativo degli interessi americani, e coercitivo e transactional nel perseguirli. (ISPI)