Auto elettriche, quelle previsioni tutte sbagliate

Auto elettriche, quelle previsioni tutte sbagliate
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Quattroruote ECONOMIA

Il rallentamento delle immatricolazioni di auto elettriche in Europa (o comunque in Paesi come la Germania o la Francia che hanno un peso rilevante sul mercato continentale) è il problema principale del settore. Ovviamente, i risultati negativi hanno generato non poche preoccupazioni tra i manager dei principali costruttori, soprattutto per le conseguenze sul percorso di riduzione delle emissioni: per esempio, Luca de Meo, amministratore delegato della Renault e presidente dell’Acea, ha lanciato un allarme. (Quattroruote)

Ne parlano anche altre fonti

In Italia scendono, di molto, le percentuali delle persone interessate a comprare delle auto elettriche. (QuiFinanza)

L'occasione per parlare della situazione contingente delle auto a batteria proviene dall'analisi effettuata dallo European Alternative Fuels Observatory, una struttura facente capo alla Commissione europea, che ha appunto "fotografato" l'andamento delle vetture a batteria nel 2023 e nel 2024. (La Gazzetta dello Sport)

L’industria automobilistica sta vivendo una trasformazione epocale. La Cina è oggi il principale produttore mondiale, mentre l’Europa, e in particolare la Germania, affrontano sfide sempre più complesse. (Moveo)

Lasciamo fare al mercato, assurdo imporre le elettriche

Sulla scadenza “elettrica” del 2035, anno a partire dal quale nel Vecchio Continente non sarà più permessa la vendita di auto e veicoli commerciali che non siano a emissioni zero di CO2, l’Europarlamento ha già deciso, mentre i governi nazionali, come quello italiano, si riservano eventuali interventi. (l'Automobile - ACI)

Lasciamo fare al mercato, è assurdo imporre le auto elettriche, che non risolvono i problemi dell’ambiente. È quel che ci scrive un lettore di Bergamo. Vaielettrico risponde. Ricordiamo che per scriverci l’indirizzo mail è info@vaielettrico. (Vaielettrico.it)

Il principale settore industriale italiano ed europeo perde soldi e distrugge posti di lavoro (recente l’annuncio dei 15.000 esuberi di Volkswagen) per una ragione molto semplice: si vendono meno auto. (Industria Italiana)