Rischio inflazione inesistente in Italia per i bond del Tesoro indicizzati
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Da quando Donald Trump è diventato il presidente eletto degli Stati Uniti, nel mondo si è tornato a parlare di rischio inflazione. C’è la minaccia dei dazi a incutere timore per i suoi effetti negativi che avrebbe sulle valute mondiali e anche sulle politiche monetarie delle principali banche centrali. Ma non sembra che le cose stiano messe così, almeno a guardare i bond del Tesoro italiani indicizzati. (InvestireOggi.it)
Ne parlano anche altri giornali
L’economia è stagnante ma le politiche monetarie della Bce continuano ad essere restrittive. Una combinazione che potrebbe spingere l’inflazione ben al di sotto del 2%, aprendo, di fatto, «uno scenario che sarebbe difficile da contestare per la politica monetaria e quindi è da evitare», ha spiegato il governatore di Bankitalia, Fabio Panetta, nel corso del suo intervento alla Bocconi. (Italia Oggi)
Roma, 19 nov. – “Dieci anni fa l’Italia era ‘il malato d’Europa’. (Agenzia askanews)
“Con un’inflazione vicina all’obiettivo e una domanda interna stagnante, le condizioni monetarie restrittive non sono più necessarie”. “Nella fase attuale dovremmo concentrarci maggiormente sulla lentezza dell’economia reale: senza una ripresa sostenuta, l’inflazione rischia di essere spinta ben al di sotto dell’obiettivo, aprendo uno scenario che sarebbe difficile da contrastare per la politica monetaria e che quindi andrebbe evitato. (Il Sole 24 ORE)
Non ha dubbi Fabio Panetta, governatore della Banca d’Italia nonché membro dell’esecutivo della Bce. Serve un cambio di marcia. (Nicola Porro)
Le politiche monetarie "restrittive" della Bce "non sono più necessarie". Senza una ripresa sostenuta, c'è il rischio che l'inflazione venga spinta sotto gli obiettivi, aprendo a uno scneario che sarebbe difficile per la politica monetaria contrastarla e dovrebbe essere evitata". (Tuttosport)
Ad affermarlo è Fabio Panetta, governatore della Banca d’Italia, che esorta i colleghi dell’Eurotower ad abbassare i tassi di interesse abbastanza per non frenare ulteriormente la crescita economica dell’eurozona. (Finanzaonline)