Aleppo, la città martire di nuovo al centro del conflitto siriano: cancellata da quattro anni di assedio e da un terremoto
Articolo Precedente
Articolo Successivo
Nell’estate del 2011 fu proprio ad Aleppo che germogliò il seme, piantato nella piccola cittadina di Dar’a, delle proteste anti-governative siriane. Oggi, a più di 13 anni dall’inizio della guerra civile siriana, la nuova fiammata dell’interminabile conflitto divampa ancora in quella che è per tutti la città martire del Paese: la seconda più grande, gioiello culturale devastato da un assedio durato quattro anni e da un terremoto che nel 2023 ha colpito tutta l’area al confine tra Siria e Turchia (Il Fatto Quotidiano)
La notizia riportata su altre testate
Ed hanno atteso il momento più propizio, con i tre principali alleati del regime in difficoltà – Iran, Hezbollah – o perché impegnati su altri fronti, ossia la Russia in Ucraina. L’attacco era stato quasi annunciato, presentato come la «Risposta all’aggressione» (i continui bombardamenti da parte dei lealisti sulle zone abitate). (Corriere della Sera)
Leggendo parte della stampa nostrana, pare che i jihadisti di Hts siano apparsi dal nulla e, sempre dal nulla, siano riusciti a conquistare la seconda città della Siria: Aleppo. Ma la storia è ben diversa. (Il Fatto Quotidiano)
A partire dal 27 novembre scorso i gruppi armati jihadisti nemici del regime di Bashar al-Assad hanno lanciato un attacco su larga scala nella Siria nordoccidentale. Il gruppo ha approfittato del momento di debolezza del regime di Assad, con i suoi alleati impegnati su altri fronti. (LifeGate)
Giovanni Longoni 01 dicembre 2024 Per questo qualcuno in Occidente ha voluto vedere nel conflitto siriano una moderna “Guerra civile spagnola”: nel ’36-’39 ci fu la prova generale del ’39-’45 con i regimi nazifascisti da una parte, le democrazie occidentali e la dittatura staliniana dall’altra. (Liberoquotidiano.it)
Perché qui, in quello che rimane della capitale, non importa a quale religione tu appartenga. La gente, dopo essersi lasciata alle spalle il Natale, affolla le vie della città sognando l'anno che verrà. (il Giornale)
In questi giorni sentiamo di nuovo parlare della Siria e dei “ribelli siriani”, ma dietro questo termine generico c’è un nome che torna a emergere: Hayat Tahrir al-Sham (HTS). Un gruppo jihadista che potrebbe sembrare un altro attore in una guerra senza fine, ma che in realtà è molto di più. (Nicola Porro)