Belloni: “Non vado via sbattendo la porta e non scappo, ma non è obbligatorio piacere a tutti”
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Belloni: “Non vado via sbattendo la porta e non scappo, ma non è obbligatorio piacere a tutti” La direttrice del Dis dimissionaria, al Corriere della Sera: "Sono finita in un tritacarne, sul caso Sala ho fatto il mio dovere" Getting your Trinity Audio player ready... ROMA – “Una cosa ci tengo a dirla ed è l’unico motivo che mi fa rompere il riserbo che mi sono imposta in tutti questi mesi: non vado via sbattendo la porta“. (Dire)
Se ne è parlato anche su altri giornali
E lì non è escluso che, tra le altre cose, si decida proprio il successore di Belloni che ha dato le dimissioni a partire dal 15 gennaio con quattro mesi di anticipo dall’organismo che coordina le due agenzie Aise (Estero) e Aisi (interni). (QUOTIDIANO NAZIONALE)
C’è un nome per sostituire Elisabetta Belloni alla guida del Dis ed è quello di Vittorio Rizzi. È il giorno del cambio della guardia ai vertici dei Servizi segreti. (ilmessaggero.it)
La direttrice del Dis, Elisabetta Belloni, lascerà il Dis il 15 gennaio, anticipando la scadenza del mandato. In un'intervista al Corriere della Sera ha dichiarato: "Gli ultimi mesi di mandato sarebbero stati un vero e proprio stillicidio". (Fanpage.it)
Elisabetta Belloni, direttrice del Dis, (Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica, dipartimento che funge da coordinamento di tutti i servizi segreti italiani) fa chiarezza sulle proprie dimissioni dopo giorni di polemiche e congetture. (Today.it)
Ci sono due date che lasciano perplessi nella vicenda delle dimissioni di Elisabetta Belloni dal DIS, l'organismo che coordina i nostri servizi segreti: il 19 dicembre, giorno dell'arresto della giornalista Cecilia Sala a Teheran, e il 23 dicembre, giorno in cui la Belloni comunica alla Premier, Giorgia Meloni, e al sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, la sua decisione di dimettersi dall'incarico, cosa che farà il 15 gennaio. (il Giornale)
«Non vado via sbattendo la porta», ha detto, negando poi che il suo addio fosse legato alla gestione del caso di Cecilia Sala. (il manifesto)