Fine vita, in tre a processo. Aiutarono malato di Sla. Cappato: "Dovere morale"

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LA NAZIONE INTERNO

Di Pietro Mecarozzi "Lo abbiamo aiutato perché nostro dovere morale farlo, sapevamo che la nostra era un’azione di disobbedienza civile. Quindi massimo rispetto per la decisione del giudice". Marco Cappato ha la voce calma. Ci è già passato. Non è la prima volta, ma si spera possa essere l’ultima. Per lui, Felicetta Maltese e Chiara Lalli ci sarà l’imputazione coatta, in quanto accusati di aiuto al suicidio per aver accompagnato nel 2022 Massimiliano - un 44enne della provincia di Livorno malato di Sla - in Svizzera, dove poté morire col suicidio assistito (LA NAZIONE)

Su altre testate

C'è attesa per la decisione della Consulta chiamata a esprimersi nelle prossime ore (e per la quarta volta) sul fine vita . Il caso trattato in udienza pubblica riguarda una paziente oncologica e un malato di Parkinson, accompagnati tre anni fa in Svizzera a morire da Marco Cappato , tesoriere dell'associazione Luca Coscioni. (Il Sole 24 ORE)

«Chiedo allo Stato di aiutarmi a vivere al meglio. Non di aiutarmi a morire o di lasciarmi da solo a decidere davanti al buio del dolore e della disperazione». La Consulta domani torna a pronunciarsi sul tema del fine vita, analizzando i criteri già stabiliti nelle sentenze in materia di suicidio assistito (Avvenire)

L'avvocato dello Stato Ruggero Di Martino ha ribadito che non esiste un diritto al suicidio né l'obbligo per i medici di partecipare a una volontà suicidaria. (Il Dubbio)

No al diritto al suicidio. Questa la posizione espressa dall'avvocato dello Stato, Ruggero Di Martino, in Aula davanti alla Consulta durante l'udienza pubblica sul fine vita. (Sky Tg24 )

«Mi piacerebbe uno Stato che dicesse che la mia vita è importante e la difende da tutti, anche da me. Non si può fare affidamento sulla mia volontà nel momento di debolezza. L'autodeterminazione è viziata dal dolore e anche dal peso che sentiamo di essere sulle spalle delle nostre famiglie». (Avvenire)

La gip del Tribunale di Firenze, Agnese Di Girolamo, ha rigettato la richiesta di archiviazione nel caso riguardante il toscano Massimiliano Scalas, 44enne di San Vincenzo (Livorno), affetto da sclerosi multipla, e ha disposto l’imputazione coatta di aiuto al suicidio a carico di Marco Cappato, Chiara Lalli e Felicetta Maltese, esponenti dell’Associazione Luca Coscioni, che … (Il Fatto Quotidiano)