Turetta e le ricerche online dopo aver ucciso Giulia Cecchettin: «Cosa faresti se tuo figlio ti confessasse un omicidio?»

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Corriere della Sera INTERNO

«All’inizio non sapevo se i miei genitori sarebbero venuti a trovarmi e avrebbero mantenuto i contatti dopo quello che avevo fatto e questo ovviamente mi pesava e mi metteva molto in ansia. Poi li ho visti, non è stato facile. Erano ovviamente scossi e scioccati emotivamente, non riuscivano ad accettare la cosa e a capirla razionalmente... e questo senza pensare che ci potesse essere una sorta di premeditazione... (Corriere della Sera)

Se ne è parlato anche su altri media

È ciò che emerge nelle 80 pagine di memoriale di Filippo Turetta depositate ieri, venerdì 25 ottobre, nelle carte del processo in corso a Venezia per aver ucciso, l'11 novembre 2023, la sua ex compagna Giulia Cecchettin. (ilmessaggero.it)

Se Filippo Turetta è apparso provato, con la voce rotta e le lacrime agli occhi, è solo perché stava pensando al suo destino. Non a quello che ha fatto a Giulia Cecchettin. (La Nuova Venezia)

Turetta non merita alcuna attenuante: non c’è pentimento, non c’è rispetto per la vittima e la famiglia. «L’udienza di Filippo Turetta ha certificato in tutto le imputazioni e le aggravanti. (Corriere della Sera)

L'ultima carta di Turetta: «Assassino sì, stalker no». Nel memoriale prova a confutare l'accusa di aver perseguitato Giulia

Aveva pensato di «rapirla, per stare con lei, e dopo qualche tempo toglierle la vita», ma ha anche aggiunto che «nella mia testa quel pensiero, fino all'ultimo, non era definitivo». (leggo.it)

Un segno di un legame che non aveva voluto fosse spezzato, o forse un altro elemento di quella sensazione di «possesso» legata a una visione patriarcale. Il particolare viene rivelato da Filippo Turetta, in una delle 80 pagine del memoriale scritto a mano e al computer durante la detenzione, e che è stato depositato venerdì scorso, durante l'udienza in cui ha deposto al processo in Corte d'Assise per l'omicidio di Giulia Cecchettin. (ilmessaggero.it)

Assassino sì, ma stalker no, lascia tuttavia intendere l’imputato nel memoriale depositato al processo in corso a Venezia. Filippo Turetta è reo confesso del femminicidio di Giulia Cecchettin. (ilgazzettino.it)