Nomine Ue, maggioranza Ursula in bilico. I socialisti: "Fiducia con Ppe rotta, non votiamo Fitto"
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La nomina della seconda Commissione europea a guida Ursula von der Leyen si va complicando forse in maniera irreversibile. Riflettori accesi sui sei vicepresidenti esecutivi in pectore e sui veti incrociati all'interno della maggioranza che ha eletto l'ex ministro della Difesa di Berlino, ossia S&d, Renew e Ppe. Al centro dello scontro c'è l'italiano Raffaele Fitto, reo di appartenere ai Conservatori, il gruppo di Fratelli d'Italia che non fa parte della maggioranza. (il Giornale)
Ne parlano anche altri media
Nostro inviato a Bruxelles (il Giornale)
C'è lo stallo in Unione europea: i tre leader della "maggioranza Ursula" che oggi si sono riuniti con la presidente della Commissione europea a Palazzo Bayamont avevano chiesto alla presidente dell'Esecutivo Ue un segnale forte contro l'allargamento a destra della maggioranza. (il Giornale)
Non è una pellicola di Sergio Leone o Quentin Tarantino, però, ma la descrizione della paralisi perfetta che da martedì blocca ogni intesa fra le tre forze della “maggioranza Ursula” (popolari, socialisti e liberali). (ilmessaggero.it)
Quindi cedere su Fitto equivale a non riconoscere il ruolo dell’Italia. Secondo De Meo i commissari rappresentano gli Stati, non i partiti. (Milano Finanza)
L'accordo tra Popolari, Socialisti, Liberali e Verdi sulle audizioni dei nuovi commissari Ue è saltato "lunedì sera", quando i Socialisti hanno detto a Manfred Weber, numero uno del Ppe, che Raffaele Fitto e Oliver Varhelyi, il candidato ungherese, loro non li avrebbero votati. (Adnkronos)
Si complica, e forse non poco, la partita per le nomine dei sei vicepresidenti della Commissione Ue. (RaiNews)