Carceri, Nordio “Amnistia e indulto non risolvono i problemi”

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La Nuova Sardegna INTERNO

ROMA (ITALPRESS) – “Amnistia e indulto” non sono la strada per risolvere i problemi delle carceri, “sono plausibili come segno di forza e di magnanimità, ma se vengono interpretati come provvedimenti emergenziali svuota-carcere sono manifestazioni di debolezza”, che mandano un segnale di “impunità” e di invito “alla commissione di nuovi reati”. Così, in un’intervista a Libero, il ministro della Giustizia Carlo Nordio (La Nuova Sardegna)

La notizia riportata su altre testate

L'indulto, ha sottolineato il numero due di Palazzo Bachelet che aveva partecipato all'apertura della Porta Santa da parte di Papa Francesco all'interno del penitenziario romano di Rebibbia, permetterebbe di affrontare l'emergenza del sovraffollamento carcerario che «incide sul rispetto della dignità delle persone». (Il Dubbio)

Questi atti di clemenza, spiega in un'intervista a Libero il Guardasigilli che ha accompagnato il Papa al carcere di Rebibbia, durante la cerimonia di apertura della Porta Santa, "sono plausibili come segno di forza e di magnanimità, ma se vengono interpretati come provvedimenti emergenziali svuota-carcere sono manifestazioni di debolezza", che mandano un segnale di "impunità" e di invito "alla commissione di nuovi reati". (la Repubblica)

(Adnkronos) – “Mi associo alla nobile esortazione del vicepresidente del Csm Fabio Pinelli, che ha esortato le forze politiche a ragionare sulla ipotesi di un indulto parziale”. Così il presidente del Cnel Renato Brunetta, in un intervento sul Sole 24 Ore. (Il Giornale dell'Umbria – il giornale on line dell'Umbria)

Chi si straccia le vesti per le carceri sa che non servirà a niente, senza interventi radicali (di M. Perduca)

Sullo sfondo dell'ennesima polemica sulla pelle dei reclusi, in questo giorno a metà tra Natale e Capoda… Dopo l'apertura della Porta Santa a Rebibbia, da parte di Papa Francesco, si torna a parlare di carceri. (L'HuffPost)

“Il fenomeno dei suicidi è un fardello di dolore collettivo, e quando avviene in carcere lo sentiamo ancora più gravoso. Tuttavia esso non è correlato al sovraffollamento, ma piuttosto alla solitudine, al dolore, alla mancanza di prospettive”. (LAPRESSE)

E non passa giorno senza che l'ultimo arrivato lanci l'ennesimo appello affinché le cose finalmente cambino perché è “intollerabile”, “oltraggioso”, “insostenibile”, “barbaro” eccetera. Sono anni che la politica si straccia le vesti di fronte al sovraffollamento strutturale di cui è causa. (L'HuffPost)