Greenpeace condannata a pagare un risarcimento record per la campagna contro l’oleodotto Dakota

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la Repubblica ESTERI

Dopo decenni di battaglie ambientaliste, la sezione Usa di Greenpeace potrebbe essere arrivata ai titoli di coda e non per mancanza di obiettivi. Ma di soldi. Una giuria del North Dakota ha riconosciuto a una compagnia petroliferia del Texas un risarcimento record di 340 milioni di dollari, ritenendo Energy Transfer danneggiata e diffamata da Greenpeace per il suo ruolo svolto nelle p… (la Repubblica)

Su altri media

La lotta continua e non ci faremo intimidire”. Un colpo apparentemente fatale è stato sferrato alla… (L'HuffPost)

Questa la pena inflitta all'organizzazione ambientalista Greenpeace per le proteste contro la costruzione del Dakota Access Pipeline ad opera della società Energy Transfer. Una sentenza durissima, una sanzione monstre da 660 milioni di dollari. (Il Dubbio)

La sentenza di un tribunale del South Dakota ha condannato Greenpeace a risarcire l’azienda fossile Energy Transfer. Una giuria del tribunale di Mandan, nel North Dakota, negli Stati Uniti, ha stabilito che l’ong ambientalista Greenpeace deve pagare 660 milioni di dollari di danni (più di 600 milioni di euro) a Energy Transfer, un’azienda texana che si occupa di trasporto e stoccaggio di combustibili fossili. (LifeGate)

Greenpeace dovrà risarcire il gestore di un oleodotto in North Dakota per una cifra complessiva di 660 milioni di dollari, per i danni causati dalle proteste contro la sua costruzione. (L'HuffPost)

Una giuria del North Dakota ha condannato Greenpeace a pagare 660 milioni di dollari per danni causati dalle proteste contro l’oleodotto Dakota Access. La causa è stata intentata da Energy Transfer, una compagnia petrolifera texana, che ha accusato l’organizzazione ambientalista di diffamazione, violazione di domicilio e associazione a delinquere. (Nicola Porro)

Una sentenza che pesa come un macigno sul futuro di Greenpeace negli Stati Uniti, che rischia la bancarotta. Una giuria della Contea di Morton, nel Nord Dakota, ha condannato la ong al pagamento di oltre 660 milioni di dollari. (Il Fatto Quotidiano)