Greenpeace condannata a pagare 666 milioni $ per proteste contro oleodotto negli Usa
Articolo Precedente
Articolo Successivo
Una giuria del North Dakota ha ritenuto Greenpeace responsabile per oltre 666,9 milioni di dollari di danni in un caso intentato da un gestore di oleodotti statunitense che ha accusato il gruppo di aver orchestrato una campagna di violenza e diffamazione.Al centro del caso c’è l’ oleodotto Dakota Access , dove quasi un decennio fa la tribù Sioux di Standing Rock ha guidato una delle più grandi proteste anti-combustibili fossili nella storia degli Stati Uniti (Il Sole 24 ORE)
Su altre fonti
La causa è stata intentata da Energy Transfer, una compagnia petrolifera texana, che ha accusato l’organizzazione ambientalista di diffamazione, violazione di domicilio e associazione a delinquere. Una giuria del North Dakota ha condannato Greenpeace a pagare 660 milioni di dollari per danni causati dalle proteste contro l’oleodotto Dakota Access. (Nicola Porro)
Greenpeace è stata condannata a pagare 660 milioni di dollari di risarcimenti a Energy Transfer, società texana di trasporto e stoccaggio di combustibili fossili, con l’accusa di aver orchestrato una campagna di proteste violente contro la costruzione dell'oleodotto Dakota Access tra il 2016 e il 2017. (Milano Finanza)
Una giuria dello stato del North Dakota ha ordinato a Greenpeace di risarcire con almeno 660 milioni di dollari l’azienda statunitense di combustibili fossili Energy Transfer per diffamazione e per le azioni svolte dall’organizzazione ambientalista, nel 2016 e nel 2017, per opporsi all’oleodotto Dakota Access. (Amnesty International)
Una giuria del Dakota del Nord ha ordinato a all'organizzazione ambientalista di pagare i danni in una causa intentata dalla Energy Transfer (ET), società americana impegnata nel trasporto e nello stoccaggio di gas naturale, petrolio greggio, prodotti raffinati e gas naturale liquido ascolta articolo (Sky Tg24 )
Secondo quanto si legge nella sentenza, la causa della sanzione sarebeb dovuta alle proteste organizzate dall'associazione contro la costruzione, in particolare presentando reclami e "diffamando" l'azienda dietro l'oleodetto, e così, si legge nelle motivazioni, causando danni ai profitti della stessa. (ilmessaggero.it)
Lo ha deciso una giuria del North Dakota mercoledì scorso ed è un colpo durissimo per il gruppo ambientalista, che potrebbe costringerlo a chiudere il suo ramo negli Stati Uniti e potrebbe imbavagliare — dicono gli attivisti — future manifestazioni contro le trivellazioni di petrolio e gas promesse dall’amministrazione Trump. (Corriere della Sera)