Unifil, il portavoce Tenenti: “Non abbiamo alcuna intenzione di ritirarci. Non esiste una soluzione militare al conflitto ma solo diplomatica”

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Il Fatto Quotidiano INTERNO

“Noi restiamo, perché è importante che ci sia una presenza internazionale imparziale sul terreno. Le nostre attività al momento sono sicuramente molto limitate in quanto i bombardamenti sono continui. Siamo stati anche attaccati nei giorni passati dall’esercito israeliano in alcune posizioni e questa sicuramente è una seria violazione del diritto internazionale. Comunque riusciamo a monitorare ugualmente alcune zone con grandi difficoltà, anche se siamo all’interno delle basi”. (Il Fatto Quotidiano)

Ne parlano anche altre testate

La missione di peacekeeping Unifil, cui partecipano anche un migliaio di soldati italiani, compresi i Dimonios della Brigata Sassari, deve smettere di «fare da scudo» a Hezbollah e «ritirarsi». (L'Unione Sarda.it)

Di Roberto Cetera Il duro discorso con cui il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, al termine della festività di Yom Kippur, si è riferito alla funzione svolta dal contingente internazionale dell’Unifil al confine tra Israele e Libano, toglie ogni dubbio circa l’intenzionalità o meno degli attacchi che l’esercito israeliano ha ripetutamente compiuto negli ultimi giorni contro le postazioni dei militari delle Nazioni Unite. (Vatican News - Italiano)

L’Italia, che contribuisce con 1200 unita’ alla missione Unifil, ha espresso una ferma condanna. OBRE – Gli ultimi sviluppi della guerra in Medio Oriente e la condotta bellica scelta da Israele soprattutto nei confronti dell’UNIFIL, stanno irritando molte cancellerie e questa volta la reazione italiana è stata più dura del solito. (OnuItalia)

"In Libano come a Gaza, guerra lunga e dolorosa. La morte di Nasrallah? Hezbollah è ancora forte"

«Il Libano non deve diventare una seconda Gaza e per questo non dobbiamo abbandonarlo» avverte l’Alto Rappresentante per la politica estera Ue, Josep Borrell, al termine del Consiglio Affari Esteri dell’Unione europea. (La Stampa)

Secondo i rapporti della missione Unifil, due carri armati Merkava delle Forze armate di Israele (Idf, Tzahal) hanno sfondato il cancello principale di una loro base. Tzahal ha tuttavia affermato che l’azione si è resa necessaria per l'evacuazione di soldati israeliani feriti a causa di missili anticarro sparati dai combattenti di Hezbollah. (Limes)

Il buio della notte è illuminato dai lampi rossi delle esplosioni, oltre le colline, verso il campo di battaglia fra Hezbollah e israeliani. Salman Hareb è la voce del Partito di Dio filo iraniano nel sud del Libano (responsabile rapporti con i media), tra i pochissimi che si espone parlando senza peli sulla lingua. (il Giornale)