Sila e gli altri neonati deceduti per il gelo nella la notte di Natale

Sila e gli altri neonati deceduti per il gelo nella la notte di Natale
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Oggi Treviso ESTERI

Il Natale a Gaza si è trasformato in un dramma inimmaginabile. La piccola Sila, nata solo tre settimane fa, è morta di freddo nel campo profughi di al-Mawasi, dove centinaia di migliaia di sfollati si trovano ammassati in condizioni precarie. Le temperature sono scese a meno 9 gradi, e la mancanza di ripari adeguati ha reso la situazione insostenibile.Il padre di Sila, Mahmoud al-Fasih, ha raccontato con dolore come la neonata tremasse sotto un telo di nylon non isolante. (Oggi Treviso)

La notizia riportata su altri giornali

Arriva dal campo profughi di Al Mawasi la storia più triste di questo Natale, un dramma purtroppo nient’affatto isolato nella Striscia, dove sempre meno bambini riescono a sopravvivere. (Il Centro)

“A Betlemme pure la natività si è pietrificata” (2024) è il titolo dell’installazione – su carta, pietra e stoffa – disposta in un vicolo del rione San Rocco nel centro storico di Moliterno (Potenza) ed ideata da Vincenzo Galante, Mimmo Mastrangelo, Eleonora Panzardi, Antonio Novelli. (Potenza News )

Michela Paschetto è la direttrice delle professioni infermieristiche e sanitarie di Emergency. (Il Fatto Quotidiano)

L’infermiera Msf a Gaza: “Il gelo è un nemico terribile. A chi ha perso casa servono vestiti caldi”

In 72 ore quattro neonati palestinesi sono morti congelati nelle tende di Gaza. Avevano meno di un mese di vita. Unrwa: nella Striscia muore un bambino ogni ora. I raid israeliani uccidono cinque giornalisti, una scrittrice e cinque operatori sanitari: il genocidio è anche sociale (il manifesto)

Ti chiamavi Sila, la tua capanna era una tenda, non eri nata a Betlemme ma in una tendopoli a Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza, quello spicchio di mondo in cui Israele e Hamas non sono capaci di accordarsi per il cessate il fuoco, in cui ha smarrito ogni significato la parola pietà. (la Repubblica)

Lo ha toccato con mano Irene Fortin, coordinatrice del team infermieristico di Medici senza Frontiere al Nasser Hospital, uno dei pochi rimasti in piedi dopo quindici mesi di bombardamenti israeliani. È un “nemico terribile” quello che ha fatto strage di neonati a Gaza nei giorni di Natale: il freddo. (la Repubblica)