Flow, la recensione: il cinema che torna alla sua forma più pura

Flow, la recensione: il cinema che torna alla sua forma più pura
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Pubblicazione: 04 novembre alle 17:01 “Non mi ricordo di un film grazie ad una battuta, mi ricordo di un film per la sua potenza visiva. Una combinazione pura di immagine e suono, è questa la potenza del cinema". Denis Villeneuve non aveva sicuramente visto Flow lo scorso febbraio quando parlava dell'esperienza cinematografica, eppure il valore delle sue parole riecheggia in ogni inquadratura dell’acclamato film d’animazione di Gints Zilbalodis, in uscita il 7 novembre nelle sale italiane. (BadTaste)

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Il protagonista di questa storia è un gatto nero con due occhioni increduli che cercano qualcosa o qualcuno di familiare, senza però trovarlo. Solo natura e animali, sospesi tra qualcosa che è successo e qualcosa che accadrà. (Artribune)

A 17 anni gira il primo corto, Aqua, a 25 debutta nel lungo, Away, che racconta il viaggio di un ragazzo in una terra misteriosa e disabitata, realizzato quasi in completa autonomia (regia, produzione, musiche, scenografie, montaggio, fotografia), a 29 va a Cannes, in Un Certain Regard, con Flow (cinematografo.it)

Cosa accomuna un gatto, un cane, un capibara, un lemure e una gru? Animali di diversa provenienza geografica, alcuni molto comuni e domestici, altri selvatici e inafferrabili. Ed è un’aura di mistero che avvolge il film d’animazione Flow – Un mondo da salvare (nelle sale dal 7 novembre con Teodora Film), presentato nella sezione Un Certain Regard all’ultimo Festival di Cannes, opera seconda del lettone Gints Zilbalodis, che aveva già sorpreso con Away (2019), da lui diretto a soli venticinque anni. (cinematografo.it)

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Non si sente una parola in tutto il film, solo rumori e versi di animali, ma dopo le primissime scene non ci si fa più caso, tanto le immagini sono capaci di «parlare da sole» come il cinema ci aveva insegnato all’origine della sua storia (anche se abbiano finito per dimenticarcene). (Corriere della Sera)

Mentre non c’è traccia di esseri umani, l’arrivo dell’inondazione lo costringe a mettersi in salvo su una barca che deve però condividere con un variopinto gruppo di animali, tra cui un lemure, un cane labrador, un capibara e un uccello. (Il Sole 24 ORE)

Un g… (la Repubblica)

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