Una guerra a tutto spiano per costruire la pace in MO

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Italia Oggi ESTERI

Il 27 settembre il premier israeliano, Bibi Netanyahu, urlò nell'emiciclo delle Nazioni Unite che l'Onu «è una palude antisemita». Di più: bollò il Palazzo di Vetro come: «Una società terrapiattista anti-israeliana». Denunciò che il suo paese: «È in guerra per la sopravvivenza», ma non viene trattato come gli altri. E intimò a Teheran: «Se ci attaccate, vi colpiremo». Teheran ha attaccato. Tocca, dunque, riavvolgere il nastro per decriptare lo scenario e, nel farlo, conviene partire proprio dall'ultima assemblea generale Onu, cartina di tornasole del minuetto geopolitico tra le potenze dell'area. (Italia Oggi)

La notizia riportata su altri media

Nel 2003 il presidente degli Stati Uniti, George W. Bush, dopo aver ridotto in polvere in pochi giorni l’esercito e i servizi segreti di Saddam Hussein, lo spietato tiranno iracheno, dichiarò con molte ragioni «missione compiuta». (SettimanaNews)

Adesso, in attesa della replica israeliana alla pioggia di razzi di Teheran, sale in cattedra Benyamin Netanyahu, il cui governo ha battezzato «Operazione Nuovo Ordine» l’uccisione di Nasrallah, leader di Hezbollah, e l’attacco militare in corso Libano. (il manifesto)

Netanyahu e il mito dei “liberatori” del Medio Oriente: tutti i fallimenti degli Stati Uniti e di Israele Riprendendo Federico Rampini sul Corsera, abbiamo provato a dare una chiave di lettura sul perché l’Iran appare solo nella guerra contro Israele e chi sono i grandi assenti in questo conflitto. (Dire)

Valeria Talbot

L’eliminazione pressoché totale dei vertici di Hezbollah, la sfrontata superiorità della potenza militare israeliana, lo stesso recente discorso del premier Netanyahu, con la promessa agli iraniani che presto “sarebbero stati liberi”, hanno infine convinto un dubbioso Khamenei che l’inazione avrebbe tolto ogni credibilità ai suoi proclami e scoraggiato oltre misura i propri alleati. (Avvenire)

– È un conflitto che rischia di incendiare ancor più il Medio Oriente – dopo Gaza e il Libano magari Siria, Yemen e soprattutto Iran – oppure di coinvolgere anche Paesi del resto del mondo, ben oltre gli Stati Uniti da sempre a fianco di Israele? “L’offensiva israeliana sul Libano meridionale e i successi che Israele ha ottenuto – osserva l’ambasciatore Ferdinando Nelli Feroci, presidente dell’Istituto Affari Internazionali – hanno modificato in maniera molto evidente il rapporto tra il governo israeliano e l’amministrazione Biden, che ora è schierata senza se e senza ma con Israele mentre fino a quale settimana fa Biden puntava ad avere la disponibilità di Israele al cessate il fuoco a Gaza, ma non aveva ottenuto nulla”. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Torniamo a occuparci della situazione in Medio Oriente. Ci siamo collegati con Valeria Talbot, dell’Ispi.All'interno di Non Stop News, con Enrico Galletti, Massimo Lo Nigro e Giusi Legrenzi. Valeria Talbot (rtl.it)