Serve il calcolo “egoistico” della pace a un Medio Oriente preda degli odii

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Avvenire ESTERI

Caro Avvenire, la drammatica escalation in Medio Oriente ci dimostra, ancora una volta, che gli estremismi e i fondamentalismi politici, culturali e religiosi alimentano solo guerre e varie forme di violenza, senza risolvere i problemi che sono alla base dei conflitti. Le evidenti responsabilità di Hamas per le azioni terroristiche nei confronti di Israele non giustificano reazioni sproporzionate. Il rischio di una guerra nucleare deve essere evitato a ogni costo, ricercando le necessarie mediazioni per un nuovo equilibrio geo-politico che garantisca la pace. (Avvenire)

Ne parlano anche altri giornali

Valeria Talbot La situazione in Medio Oriente (rtl.it)

L’eliminazione pressoché totale dei vertici di Hezbollah, la sfrontata superiorità della potenza militare israeliana, lo stesso recente discorso del premier Netanyahu, con la promessa agli iraniani che presto “sarebbero stati liberi”, hanno infine convinto un dubbioso Khamenei che l’inazione avrebbe tolto ogni credibilità ai suoi proclami e scoraggiato oltre misura i propri alleati. (Avvenire)

Getting your Trinity Audio player ready... Perché l’Iran è solo nella guerra contro Israele: ecco i grandi assenti in questo conflitto (Dire)

Medio Oriente, cosa faranno gli altri Paesi? Biden fedele a Israele, la Cina non s’immischia. Iran molto più solo

Adesso, in attesa della replica israeliana alla pioggia di razzi di Teheran, sale in cattedra Benyamin Netanyahu, il cui governo ha battezzato «Operazione Nuovo Ordine» l’uccisione di Nasrallah, leader di Hezbollah, e l’attacco militare in corso Libano. (il manifesto)

Si chiama guerra. Arriva in forma di ondate di missili su larga scala, dopo il profluvio di eufemismi usati da media e diplomatici per definire i massacri di civili, le uccisioni mirate e le «invasioni limitate». (il manifesto)

– È un conflitto che rischia di incendiare ancor più il Medio Oriente – dopo Gaza e il Libano magari Siria, Yemen e soprattutto Iran – oppure di coinvolgere anche Paesi del resto del mondo, ben oltre gli Stati Uniti da sempre a fianco di Israele? “L’offensiva israeliana sul Libano meridionale e i successi che Israele ha ottenuto – osserva l’ambasciatore Ferdinando Nelli Feroci, presidente dell’Istituto Affari Internazionali – hanno modificato in maniera molto evidente il rapporto tra il governo israeliano e l’amministrazione Biden, che ora è schierata senza se e senza ma con Israele mentre fino a quale settimana fa Biden puntava ad avere la disponibilità di Israele al cessate il fuoco a Gaza, ma non aveva ottenuto nulla”. (QUOTIDIANO NAZIONALE)