Angelina Jolie: "Le donne vanno difese, la violenza è quasi normalizzata"
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Angelina Jolie: "Le donne vanno difese, la violenza è quasi normalizzata" "È importante proteggere le persone più vulnerabili del mondo, tutte. Donne, uomini, bambini e bambine, ma è indubbio che le donne e le ragazzine subiscono maggiori violenze e abusi. Vediamo tanti casi, ed è una situazione che purtroppo peggiora. Le guerre, la violenza, le violenze contro qualunque essere umano purtroppo sono state quasi normalizzate in tutto il mondo". (La Stampa)
Se ne è parlato anche su altri media
Con lei c'era anche Alessandro Baricco, dal cui bestseller "Senza sangue" è tratto il film. Lo scrittore le ha consegnato il riconoscimento Stella del Mole con cui il festival l'ha omaggiata, prima dell'anteprima aperta al pubblico. (Tiscali)
Si tratta di Angelina Jolie, annunciata giovedì sera dalla manifestazione diretta da Giulio Base, che domenica alle 17 sarà al Cinema Ideal per presentare il suo film Without Blood, da lei scritto, diretto e prodotto. (Corriere della Sera)
Un ostacolo con cui Angelina Jolie, adattando Senza sangue (in originale Without Blood, presentato fuori concorso al Tff), ha deciso di misurarsi frontalmente. Elegante e affascinante con la sua complessità di rimandi e allusioni, la scrittura di Baricco nasconde più di una trappola per chi vuole trasportarla sullo schermo. (Corriere della Sera)
Il Torino Film Festival ha accolto una delle star che in questi giorni arricchiranno l'edizione 2024, Angelina Jolie, che parteciperà alla kermesse per presentare il suo ultimo film da regista, a distanza di svariati anni dall'ultima opera dietro la macchina da presa. (Movieplayer)
Alessandro Baricco, dal canto suo, ha raccontato come tutto è cominciato. "Da Angelina ho ricevuto dapprima un'email e capirete che è stato incredibile, un po' come ricevere un'email da Jessica Rabbit", ha scherzato lo scrittore. (Sky Tg24 )
«Angelina! Angelina».! Ballerine nere, lungo cappotto color cammello, Angelina Jolie arriva in sala stampa tra applausi del pubblico in paziente coda per una foto ricordo, e le tradizionali urla dei fotografi da «red carpet». (Corriere della Sera)