Il commento/ Il declino franco-tedesco

Il commento/ Il declino franco-tedesco
ilmessaggero.it ESTERI

Solo due settimane fa il presidente francese Emmanuel Macron era a Berlino, per decidere con il cancelliere Olaf Scholz le priorità strategiche per il futuro dell’Europa e per spartirsi i posti di comando da assegnare dopo le elezioni. Quattordici giorni dopo i due leader sono anatre zoppe che rischiano di non contare più nulla: gli elettori li hanno umiliati, la locomotiva franco-tedesca che da 60 anni trainava l’Europa si è fermata, altri politici sono in arrivo e si preparano a prenderne il posto. (ilmessaggero.it)

Se ne è parlato anche su altri giornali

Non c’era bisogno delle elezioni europee per iscrivere il presidente francese e il cancelliere tedesco nell’elenco delle antitesi o per confermare la distanza tra Francia e Germania. Domenica sera, appena registrata l’ampiezza della scossa tellurica dei risultati del voto europeo, con un coup de théâtre Macron ha indetto nuove elezioni legislative per il 30 giugno. (L'HuffPost)

Ascolta ora 00:00 00:00 Magari avranno ragione loro i vari Dmitry che albergano al Cremlino, da Medvedev a Peskov, quando rimarcano che le elezioni europee hanno dato una brutta botta ai sostenitori di Kiev. (il Giornale)

La sgangherata architettura della UE è così caotica – non essendo uno Stato, non avendo né una Costituzione, né un Parlamento vero – che le procedure per definire la nuova Commissione europea – l’organo di governo – sono molto complicate e poco chiare. (Antonio Socci)

Voto in Francia, il rischio di paralisi in Europa

Il cancelliere Olaf Scholz è uscito ancora più indebolito dal voto delle elezioni europee (Italia Oggi)

Ascolta ora 00:00 00:00 (il Giornale)

L’allarme a Bruxelles e nelle istituzioni comunitarie — sebbene in attesa dei nuovi ver… Lo stallo francese. (la Repubblica)