Banche, basta con le fusioni che allontanano gli istituti dai territori

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Liberoquotidiano.it ECONOMIA

Bruno Villois 28 novembre 2024 Lo scenario bancario italiano ha iniziato la settimana con un improvviso lancio di un Ops, per ora virtuale, da parte della seconda banca nostrana, Unicredit, sulla terza, Banco Bpm. L’ipotetica offerta di scambio di azioni che porterebbe alla fusione tra i due istituti presenta molteplici lacune, la più grave è quella che Orcel, Ceo di Unicredit, si è scordato di stabilire un contatto con il suo pari livello di Bpm, Castagna, per capire se ci fossero le condizioni per procedere ad un accordo che non fosse ostile, come chiaramente si è rivelato. (Liberoquotidiano.it)

La notizia riportata su altri giornali

Il numero uno della banca oggetto delle attenzioni di Gae Aulenti, Giuseppe Castagna, si è rivolto ai dipendenti di BPM con un'indicazione molto concreta lato occupazionale: nelle sinergie di costo derivanti dalla fusione, stimate da UniCredit in circa 900 milioni si intravede una "forte preoccupazione", poiché esse rappresentano "oltre un terzo della base costi« di BancoBpm. (SoldiOnline.it)

Dopo il no secco del cda all’offerta pubblica di scambio, Giuseppe Castagna rincara la dose. Il ceo di Banco Bpm lancia l’allarme sulle ricadute occupazionali di una fusione con Unicredit. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Questo potenziale deal segnerebbe un passo significativo nel consolidamento del settore bancario italiano, con ripercussioni importanti in termini strategici nella scacchiera del potere. Entrambi i gruppi hanno vissuto un 2024 che fino a questo momento ha goduto di performance particolarmente soddisfacenti in termini di rendimento dei titoli, dove sia Banco BPM che UniCredit registrano un +45% circa. (Finanzaonline)

Bpm vuole accelerare su Mps per frenare la scalata di Unicredit

Andrea Orcel che vuol fare decantare le fibrillazioni diffuse negli ambienti governativi, economici e finanziari, accese con l’ops lanciata lunedì 25 da Unicredit su Bpm e Anima, sotto traccia prova a tastare il terreno con i soci di Piazza Meda. (ilmessaggero.it)

Dopo il no secco del cda all’offerta pubblica di scambio lanciata da Unicredit, Giuseppe Castagna, a.d. In una lettera indirizzata ai dipendenti l’amministratore delegato di piazza Meda spiega che sarebbero circa 6 mila le uscite stimate, nel caso in cui l’operazione dovesse andare in porto, pari a oltre un terzo della base costi di Banco Bpm (Wall Street Italia)

Tra gli scenari possibili, accelerare gli acquisti su Mps – dove Piazza Meda è entrata con il 5%, seguita da Anima (4%), Delfin (3,5%) e Caltagirone (a ridosso del 4%) - per offrire agli investitori un progetto più appetibile dell’Ops di Andrea Orcel e quindi bloccarla o costringerla al rilancio, migliorando il prezzo per i propri azionisti. (Corriere della Sera)