Il mercante in Fiera: Giuli riesce a irritare pure i tedeschi. Povera Italia, Ospite d’onore

Il mercante in Fiera: Giuli riesce a irritare pure i tedeschi. Povera Italia, Ospite d’onore
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Il Fatto Quotidiano INTERNO

Ieri si è aperta la Buchmesse di Francoforte, 76esima edizione, con l’Italia ospite d’onore. Non accadeva dal 1988, quando si celebrò il trionfo di Eco. Ora invece i media tedeschi titolano: “L’invitato problematico”. A gennaio, la loro ministra della Cultura Claudia Roth partecipò con l’allora omologo Sangiuliano alla presentazione criticando la sottovalutazione italiana del significato … (Il Fatto Quotidiano)

Se ne è parlato anche su altri giornali

Con il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, in rappresentanza del Governo italiano sono intervenuti Si illumina di rosso, bianco e verde come la nostra bandiera l'inaugurazione della Buchmess che quest'anno ha l'Italia come ospite d'onore. (Secolo d'Italia)

È un privilegio per autori, editori ed istituzioni attraversare il palcoscenico della fiera del Libro più importante al mondo per poter raccontare la nostra cultura". "La cultura è la nostra religione universale civile. (Adnkronos)

Elif Shafak lo ha dimostrato nella caratura politica del suo discorso di apertura alla Opening Press Conference della edizione dell’edizione numero 76, quella in cui l’Italia è Paese Ospite d’onore, senza far finta di girare la testa dall’altra parte. (la Repubblica)

L’Italia paese ospite alla Fiera del Libro di Francoforte

Il ministro alla Fiera del Libro di Francoforte: il nostro paese ospite d'onore (LAPRESSE)

Pubblicità Un’occasione preziosissima per favorire la diffusione della letteratura italiana all’estero, che si ripresenta a distanza di trentasei anni: l’ultima volta in cui l’Italia aveva presenziato in qualità di Ehrengast (ospite d’onore) correva l’anno 1988 (la VOCE del TRENTINO)

L'invito è stato deciso tempo fa e dunque non è affatto una affermazione politica. In effetti, il momento è giusto per vari motivi: l'Italia cerca una strada diversa, pluralista, dopo decenni di conformismo che hanno reso la cultura asfittica e dunque, ammettiamolo, poco vitale. (il Giornale)