Geopolitica, l'Europa deve cambiare
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Il 2025 si apre per l’Europa con più domande che risposte. Siamo ormai tutti consapevoli che il mondo è cambiato e l’Europa non può più contare sulla «pax americana» che le ha garantito mercati per l’export e l’ha protetta militarmente. Con la guerra in Ucraina è finito anche il modello su cui si basava la nostra sicurezza energetica. Cosa ci fa prevedere per il futuro dell’Europa questa consapevolezza condivisa? La prima osservazione è che, nonostante il vantaggio che noi europei avremmo a trovare risposte comuni nel nuovo contesto, questa strategia è limitata dal fatto di non essere una federazione, ma un’unione in cui la maggior parte delle competenze è degli stati sovrani, stati spesso divisi da interessi diversi e in un contesto in cui la «polis» rimane sostanzialmente nazionale. (Corriere della Sera)
La notizia riportata su altri media
Elezioni da Parigi a Bucarest, una guerra in corso, un'economia che continua a deludere e una vittoria shock di Donald Trump alle elezioni americane sono tutti fattori che hanno causato un esteso fermento politico. (Euronews Italiano)
Il 2025 in Europa si apre con l'attesa di un ritorno a una visione strategica che, dopo essere aver riconquistato centralità nei dibattiti, si trasformi in misure concrete su (Secolo d'Italia)
Dio solo sa con che spirito si può guardare al nuovo anno. Dobbiamo essere pessimisti? Possiamo sperare, invece, in un barlume di luce per questo vecchio continente che oramai sembra non reggere più il passo delle grandi potenze mondiali e non essere più in condizione di governare le continue crisi che caratterizzano le vicende interne degli stati nazionali? E che dire poi della guerra che divampa oltre i confini orientali dell’Unione e dei conflitti che lacerano il vicino Medio Oriente e quel bacino del Mediterraneo che oramai sta diventando sempre più lo scenario di un nuovo “grandegioco” internazionale? Sì, un intrigo di interessi geopolitici e di volontà di potenza che tende sempre più a escludere le nazioni europee da quelloche dovrebbe essere il baricentro dei loro legittimi interessi. (ROMA on line)
Il 2024, che stiamo per lasciarci alle spalle, è stato l’anno dei conflitti, in cui si sono aggravate le crisi già esistenti e se ne sono aperte di nuove, restituendoci un mondo frammentato e inquieto. (La Stampa)
Roma, 27 dic. (Agenzia askanews)
Sono in corso 56 conflitti armati nel mondo. Ll 2024 si chiude nel disordine internazionale. (Il Sole 24 ORE)