L'ignoranza di quelli che sanno tutto

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Corriere della Sera INTERNO

C’è una parola che ci vergogniamo di pronunciare, sicuri che non ci appartenga più: ignoranza. Eppure, in settimana ci sono stati pericolosi avvertimenti di una generale decadenza: l’Oxford Dictionary ha scelto «brain rot» (marcescenza mentale) come parola dell’anno, il rapporto Censis avverte che troppi studenti arrivano al termine degli studi sapendo a mala pena leggere e far di conto e, infine, il rapporto Ocse certifica che in Italia un terzo degli adulti è analfabeta funzionale (sa leggere e scrivere ma non capisce un articolo di giornale). (Corriere della Sera)

Su altri giornali

Secondo l’indagine sulle competenze degli adulti 2023 dell’OCSE, l’Italia è agli ultimi posti tra i paesi membri dell’organizzazione in tutte le classifiche: capacità di comprensione del testo, calcolo, risoluzione dei problemi. (Finestre sull'Arte)

Questo significa, molto semplicemente, che il 33% degli italiani non è in grado di comprendere un testo più lungo di qualche riga, non sa valutare, usare e farsi coinvolgere dalle riflessioni profonde e dalle problematiche che richiedono tempo di studio e riflessioni prospettiche. (L'HuffPost)

Più del 35% degli adulti nel nostro Paese si colloca ai livelli più bassi di competenze di lettura e matematica, mostrando difficoltà persino nella comprensione di testi semplici o nell’esecuzione di calcoli basilari. (La Gazzetta del Mezzogiorno)

Regaliamoci una scuola nuova per il 2030

Gli ultimi dati Ocse, usciti martedì, rivelano che gli italiani tra i 16 e i 65 anni sono drammaticamente sotto la media globale nella capacità di comprensione testuale, nella elaborazione matematica, nelle abilità cosiddette di «problem solving». (Corriere della Sera)

Stupefacente lo stupore. Il nostro è un Paese fermo dagli anni Settanta dello scorso millennio (e chi sta fermo arretra) e la sua “intelligenza sociale” avrebbe dovuto invece miracolosamente crescere? La classe politica non è riuscita a condurre in porto nessuna delle riforme amministrative e istituzionali che tutti ritenevano necessarie dopo la catastrofe Tangentopoli. (La Stampa)

E questo è ciò che emerge dall’analisi degli adulti, in attesa che diventino adulti quelli che, anno dopo anno, sui banchi di scuola manifestano carenze sempre più evidenti a ogni rilevazione e in ogni momento del percorso scolastico. (Panorama)