In Romania i riformisti fanno squadra per impedire la vittoria del filorusso Georgescu
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Le forze riformiste rumene fanno squadra attorno alla candidata di centrodestra Elena Lasconi per evitare che al ballottaggio vinca le presidenziali l'esponente della destra radicale Calin Georgescu. I liberali, ora al governo con il partito socialdemocratico (Psd), hanno espressamente dato indicazione ai loro elettori di sostenere l'"opzione europeista" mentre i socialdemocratici non si sono ancora espressi. (EuropaToday)
Ne parlano anche altri media
Roma, 25 nov. Il leader del Psd, che ha rassegnato le dimissioni dopo il deludente risultato elettorale, ha anche annunciato che non contesterà l’esito “anche se la differenza” di voti con Lasconi “è molto piccola”. (Agenzia askanews)
Filorusso, ammiratore di Putin, star di Tiktok e gaffeur: questa è la sorpresa delle ultime urne presidenziali rumene. Lo conoscevano in pochi Calin Georgescu, il candidato indipendente che ieri, al primo turno, è riuscito ad aggiudicarsi un vantaggio inatteso. (Il Fatto Quotidiano)
È questo il dato significativo che emerge dal primo turno delle presidenziali rumene. Trentacinque anni dopo la violenta caduta del regime comunista di Nicolae Ceaușescu e l’instaurazione di una democrazia filo-europeista, la Romania si riavvicina all’orbita della Russia, allontanandosi un po’ di più dall’Unione Europea e dall'Occidente in generale. (L'HuffPost)
Un ultranazionalista di estrema destra, ammiratore di Putin, antieuropeo e filorusso, un tiktoker antisistema che disprezza l’Occidente e i valori che rappresenta, che non si limita a essere contro l’aborto ma si spinge a condannare perfino il parto cesareo, perché interrompe il «legame divino». (La Stampa)
Quasi tre anni di guerra in Ucraina presentano il conto nell’Europa dell’Est. Fa il rumore di una porta sbattuta in faccia all’Unione e alla Nato, e aperta in segno di benvenuto alla Russia di Putin, il risultato del primo turno del voto presidenziale in Romania. (Avvenire)
Calin Georgescu ha vinto il primo turno delle elezioni presidenziali in Romania con il 22,9%, segnando una decisa svolta del Paese verso politiche sovraniste. Un risultato del tutto imprevedibile, dopo che tutti i sondaggi (ma anche i primi exit poll) avevano dato tra i favoriti il premier Marcel Ciolacu, leader del Partito socialdemocratico. (Open)