"Prosciugare le pozzanghere di fa****mo": così Giuli sui presunti nostalgici in FdI

Prosciugare le pozzanghere di fa****mo: così Giuli sui presunti nostalgici in FdI
Il Primato Nazionale INTERNO

Roma, 1 lug – Ci mancavano, in effetti, le “pozzanghere di fascismo” di FdI, come nuova metafora del cattivo da espellere, usata da Alessandro Giuli nel corso di un’intervista rilasciata al Corriere della Sera. Torna insomma il cattivo littorio eterno, come da tradizione sinistra. Tornano le “richieste” a Giorgia Meloni per essere “più antifascista”. Solo che in questo caso provengono “da destra”. Il che dà una dimensione della realtà concreta della questione, peraltro riconosciuta dallo stesso Giuli nelle dichiarazioni rilasciate. (Il Primato Nazionale)

Se ne è parlato anche su altri giornali

Non si può far finta che niente sia successo nelle urne e non si può escludere uno dei soci fondatori dell’Unione Europea, qual è l’Italia; tanto più ora che frana l’asse franco-tedesco su cui ha retto per anni il consorzio europeo. (Marcello Veneziani)

L’anagramma del nome e del cognome di Giorgia Meloni (“Giglio in amore”) ha finalmente convinto Renzi che, in prospettiva magari assai lunga, la sola possibilità di una sua rinascita politica stia in un’alleanza non rottamatoria con la “capa” del centrodestra, che lui descrive nell’ultimo libro come regina delle influencer. (ravennanotizie.it)

Così, in un'intevista al Corriere della Sera, Alessandro Giuli, presidente del Maxxi, giornalista e saggista. L’unico modo è farle evaporare alla luce del sole di una forma-partito che proponga un racconto politico alternativo e aggiornato ai tempi". (L'HuffPost)

Meloni, il gioco delle tre carte in Europa non paga e spinge l’Italia in un vicolo cieco: che errore

Dice Giorgia Meloni - che non ha votato Costa e Kallas e sta tenendo in freezer la von der Leyen - che lo ha fatto perché contesta il metodo e il merito. Come minimo ingrata. (Tiscali Notizie)

Il vizio d’origine è chiaro e riguarda tutti. Un errore commesso dal francese Emmanuel Macron, dal tedesco Olaf Scholz e dall’olandese Mark Rutte, che al Consiglio europeo hanno escluso Giorgia Meloni dalla trattativa sui vertici della Commissione vedendo in lei non il rappresentante di un Paese fondatore, l’Italia, ma la leader di uno schieramento politico avverso, l’Ecr. (L'HuffPost)

L’ambiguità con cui Giorgia Meloni (premier d’Italia o leader della destra europea?) s’è mossa al vertice della Ue ha finito per umiliare l’Italia. In Europa il gioco delle tre carte non funziona: Giorgia, pensaci (FIRSTonline)