Sinner e il processo doping: ecco chi sono i primi due giudici chiamati a decidere sulla squalifica
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Il processo di Jannik Sinner al Tas prende forma. Tre arbitri decideranno il destino del numero uno dopo il ricorso della Wada per il caso Clostebol. Due di questi, come riporta la Gazzetta dello Sport, sono già stati nominati ufficialmente: l’israeliano Ken Lalo – scelto proprio dall’Agenzia mondiale antidoping – e lo statunitense Jeffrey Benz, nominato dal team dell’azzurro per la sua difesa. Manca quindi soltanto un arbitro, che deve essere selezionato direttamente dal Tribunale arbitrale dello sport di Losanna (la Repubblica)
Ne parlano anche altre testate
Alcuni elementi portano a pensare che il processo potrebbe non svolgersi prima di marzo 2025. (Sky Sport)
Il secondo, sempre seguendo laha tantissima esperienza ed è stato il giudice nominato da Simona Halep nell’arbitrato che ha visto scendere la sua squalifica. Due arbitri su tre, infatti, sono stati ufficialmente nominati: si tratta dell’israeliano Ken Lalo, scelto dalla Wada, e dello statunitense Jeffrey Benz, voluto dal team di Sinner. (Eurosport IT)
Sono stati nominati due arbitri su tre del collegio arbitrale del Tas chiamato a decidere sul caso Sinner. Secondo La Gazzetta dello Sport si tratta dell’israeliano (con passaporto statunitense) Ken Lalo, scelto dalla Wada, e dello statunitense Jeffrey Benz, voluto dal team del numero uno al mondo. (ilmessaggero.it)
L’israeliano Ken Lalo, il giurista che contribuì a inasprire la pena di Sara Errani per la sua positività al letrozolo del 2017, scelto dalla Wada. L’americano Jeffrey Benz indicato dai legali di Jannik Sinner (Corriere della Sera)
L’Italia intera sta aspettando con il fiato sospeso le novità che possono arrivare in merito al ‘caso clostebol’ per Jannik Sinner: l’ufficialità ha già attirato l’attenzione. (Rompipallone – News sul calcio nazionale e internazionale)
Intervistata dal portale Tennis 365, la ceo di Itia (l’agenzia che si occupa di doping e corruzione nel tennis) Karen Moorhouse ha voluto sgombrare il campo da equivoci e sospetti sull’operato della propria organizzazione, da più parti ritenuta troppo morbida e garantista nel trattamento dei casi, pur diversissimi, di Jannik Sinner e Iga Swiatek: “Ogni caso di doping va analizzato in maniera separata, ogni caso è diverso. (la Repubblica)